Opposizioni e associazioni partono all’attacco del Governo Meloni scagliandosi contro il nuovo reato anti-rave. La misura è stata introdotta con il primo decreto-legge varato in Consiglio dei ministri dall’esecutivo e viene dettagliata nell’articolo 434-bis del codice penale. I malumori sul primo intervento del Governo sono stati denunciati dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta che ha chiesto il ritiro della norma.
Opposizioni all’attacco sul nuovo reato anti-rave: mina la libertà di espressione
Diventa sempre più evidente che la norma contro il nuovo reato anti-rave non rappresenta soltanto il caso specifico dei rave pone le basi per criminalizzare anche molte altre forme di raduno, limitando drasticamente le libertà personali della popolazione italiana. La denuncia viene sia da mondo delle associazioni che da quello della politica. Le voci che chiedono al Governo Meloni di cancellare il neonato articolo 434-bis del Codice Penale, infatti, si stanno moltiplicando a dismisura mentre l’esecutivo è già stato bocciato dopo aver varato il suo primo decreto-legge.
L’articolo 434-bis prevede il carcere da tre a sei anni o una multa da mille a diecimila euro oltre alla confisca obbligatoria e alla possibilità di ordinare una sorveglianza speciale per gli organizzatori che promuovono una “invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.
La norma entra in vigore con effetto immediato ma è evidente che sia stata concepita e scritta in modo tale da poter essere applicata in una varietà di casi che vanno ben oltre il rave di Modena. Il Governo Meloni mira a colpire al cuore centri sociali, picchetti, occupazioni studentesche, manifestazioni di piazza non autorizzate e tutti gli eventi che potrebbero rientrare in casistiche analoghe.
Letta critica la norma e ne chiede il ritiro. Salvini avverte che il Governo non tornerà indietro
Contro la misura, si è scagliato il segretario dem Enrico Letta che teme il vasto campo d’applicazione del nuovo reato. Non specificando la parola “rave”, la norma può essere estesa a un numero altissimo di situazioni. “Il governo ritiri il primo comma dell’articolo 434-bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione”, ha twittato Letta.
Le parole del leader del Pd hanno scatenato l’immediata reazione del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha risposto al tweet dell’avversario politico, scrivendo: “Un Pd ormai in confusione totale difende illegalità e rave party abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano”.
Un PD ormai in confusione totale difende illegalità e #raveparty abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano. pic.twitter.com/X9Wa2YgXkZ
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) November 1, 2022
Eppure, molto prima di Letta, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte aveva denunciato i pericoli che la misura avrebbe potuto incarnare già prima della sua presentazione da parte del Governo. A questo proposito, infatti, l’ex premier aveva dichiarato: “Per i rave e i ‘raduni’ tolleranza zero. Aspettiamo di leggere la norma. Mentre è certo che per le camicie nere di Predappio e gli evasori questo governo preferisce chiudere tutti e due gli occhi”.
Non solo opposizioni: anche le associazioni sono contro il nuovo reato anti-rave
Il decreto è stato contestato anche da svariate associazioni. L’Ong Amnesty Italia ha denunciato con un tweet che la norma “rischia di avere un’applicazione ampia, discrezionale e arbitraria a scapito del diritto di protesta pacifica, che va tutelato e non stroncato”.
La Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari hanno parlato di una “misura liberticida e pericolosa” che limiterà fortemente la libertà di manifestazione. E hanno aggiunto: “Sia per la vaghezza del testo che per il suo contenuto, il rischio per gli studenti e le studentesse è l’applicazione di misure fortemente repressive che non colpiscono solo i rave ma anche le manifestazioni, le occupazioni scolastiche e universitarie e potenzialmente qualsiasi forma di manifestazione. Un testo scritto male e in fretta. C’è ancora tempo prima della conversione in legge definitiva per modificare il comma che contestiamo. Governo e Parlamento agiscano e evitino la limitazione delle libertà di manifestare e dissentire”.
Le critiche, però, sono state respinte con forza da fonti del Viminale che hanno precisato: “La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni”.