Il reddito di cittadinanza resta nel mirino del Governo Meloni: lo dimostra l’ennesimo attacco che arriva da Matteo Salvini. Per il vicepremier, l’esecutivo è pronto a revocare il sussidio a chi può lavorare per recuperare un miliardo di euro. Il denaro verrà, poi, utilizzato per finanziare Quota 102.
Reddito di cittadinanza sempre più a rischio: il progetto di Salvini
Salvini torna all’attacco e si scaglia ancora una volta contro il reddito di cittadinanza. Mentre l’inflazione è schizzata a quasi il 12% esasperando le condizioni degli italiani che faticano ad arrivare a fine mese, il neoministro delle Infrastrutture ha annunciato che il Governo Meloni provvederà a sospendere il RdC per sei mesi “a quei 900 mila percettori del reddito che sono in condizione di lavorare e che già lo percepiscono da diciotto mesi” in modo tale da risparmiare un miliardo di euro con cui finanziare la replica di quota 102 nel 2023. Con quota 102, si intende il meccanismo di uscita anticipata dal lavoro a 61 anni avendo però maturato 41 anni di contributi. La misura, già in vigore dallo scorso 1° gennaio, ha avuto scarso successo e una bassissima risonanza.
Le dichiarazioni del vicepremier e ministro si traducono nell’ennesimo dispetto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, soprattutto alla luce del fatto che la prossima legge di Bilsncio è a tutt’ora al vaglio dell’esecutivo. Inoltre, durante il suo discorso alla Camera, Meloni ha descritto la misura varata dai 5 Stelle come “una sconfitta” ma ha anche auspicato una revisione del sussidio e non una sua abolizione anche se non ha spiegato come intende intervenire.
Salvini è pronto a revocare il sussidio a chi può lavorare per recuperare un miliardo da sfruttare per quota 102
Le dichiarazioni di Salvini sulla questione sono state riportate nel nuovo libro di Bruno Vespa La grande tempesta edito da Mondadori Rai Libri che uscirà nelle librerie il prossimo venerdì 4 novembre.
In questo contesto, parlando con Vespa, il leader della Lega ha ammesso che il ricorso a quota 102 non rappresenta una decisione definitiva. Interrogato sulla proposta della “quota flessibile” sostenuta dalla ministra del Lavoro Marina Calderone che consiste nell’ipotesi di mandare in pensione circa 470 mila lavoratori di età compresa tra i 61 e i 66 anni con 35 anni di contributi e una riduzione proporzionale dell’assegno, Salvini ha affermato che anche questo progetto “va benissimo”.
Il ministro ha anche fatto un distinguo rispetto ai medici ospedalieri e al personale sanitario, che come ormai noto scarseggiano da Nord a Sud. “Pensiamo di muoverci in maniera opposta. Quando hanno maturato l’età e i contributi per andare in pensione, se accettano di restare al lavoro prendono lo stipendio maggiorato di una parte dei contributi che lo Stato dovrebbe versargli”, ha detto.
Intanto, tornando al reddito di cittadinanza, nel 2022 restano a disposizione della misura 8,8 miliardi di euro, dopo che il Governo Draghi ha destinato al sussidio un miliardo in più con l’ultima legge di Bilancio, in modo tale da sostenere i beneficiari della misura e proteggerli dalla crisi innescata dal Covid.
Mentre il RdC continua a subire attacchi, è pur vero che Salvini – così come tutto il resto del Governo Meloni – tace ostinatamente su altre questioni fondamentali come l’aumento delle pensioni minime, sociali e di invalidità. Temi sbandierati ai quattro venti in campagna elettorale.