Si parte e s’ode subito rumore di manganelli. C’è Piantedosi che gioca a fare il Salvini, il vittimismo come talento di governo e Confindustria che gode. Eccoci al bestiario di sottogoverno.
SI RIVEDONO I MANGANELLI
“Difficilmente riuscirò a non provare […] simpatia anche per i giovani che scenderanno in piazza contro le politiche del nostro governo”, dice Giorgia Meloni durante il suo discorso alla Camera per ottenere la fiducia. Intanto i giovani scendevano in piazza all’esterno della facoltà di Scienze Politiche all’università di Roma La Sapienza dove erano attesi Capezzone e Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale per una conferenza sul “capitalismo buono”. La risposta? Manganellate addosso. Non male come inizio.
UN MATTEO PEGGIO DELL’ALTRO
I nuovo ministro all’Interno Matteo Piantedosi ha emanato una direttiva ai vertici delle Forze di polizia e della Capitaneria di porto perché informino le articolazioni operative che il ministero degli Affari esteri, con note verbali alle due ambasciate degli Stati di bandiera (Norvegia e Germania), ha rilevato che le condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity 1 attualmente in navigazione nel Mediterraneo non sono “in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”. È il solito giochetto della destra: si dicono contro l’immigrazione clandestina ma mai una volta che riescano a prendersela con i trafficanti. No, solo contro le Ong.
GNEGNEISMO DI GOVERNO
“Dobbiamo avere la consapevolezza che troveremo ostacoli; ostacoli ovviamente per la situazione economica, ma ostacoli perché c’è una sinistra rancorosa, intrisa nel pregiudizio, tanto da mancare nell’applauso prima delle dichiarazioni. Questa sinistra cercherà di infiammare la piazza, portare fuori dalle aule il conflitto. Questo non deve essere permesso, i problemi si risolvono nelle Aula”. Lo ha detto Stefano Candiani (Lega) intervenendo alla Camera durante il dibattito sulla fiducia. Vittimismo anche se sono al governo. Il vittimismo come talento innaturale della destra, fin dal 1946.
CONFINDUSTRIA GODE
Dice la Meloni: “Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto. E allora il nostro motto sarà “non disturbare chi vuole fare”. Abbiamo bisogno di meno regole, ma chiare per tutti. E di un nuovo rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, perché il cittadino non si senta parte debole di fronte ad uno stato tiranno che non ne ascolta le esigenze e ne frustra le aspettative”. “Non disturbare chi vuole fare” e “Stato tiranno” sono esattamente il programma politico di Confindustria: deregolamentare per lasciare le mani libere agli imprenditori ma soprattutto ai prenditori. Cosa potrà andare storto?
CORSO DI STORIA PER LA MELONI
Nel suo discorso per la fiducia Giorgia Meloni ripercorre la storia d’Italia saltando dal Risorgimento ai giorni nostri. Manca qualcosa? Sì, la Liberazione dal fascismo. Sarà stato un lapsus. In compenso condanna le leggi razziali (glielo chiede l’Europa) e derubrica la Resistenza a “una guerra civile tra due parti fino agli anni settanta”. Sì, peccato che una delle due parti sia incivile e soprattuto incostituzionale.
RENZI S’OFFRE
Fonti da Italia Viva: “Grande soddisfazione per l’intenzione di Fratelli d’Italia di istituire una commissione d’inchiesta che indaghi sulla gestione della pandemia e in particolare modo faccia luce su chi ha eventualmente lucrato sugli acquisiti Covid. Matteo Renzi è da sempre in prima linea su questo e non farà mancare il suo contributo”. Non avevamo dubbi Matteo che sarai in prima linea, mica solo sul Covid.
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