Salman Rushdie è lo scrittore indiano che lo scorso agosto è stato aggredito per aver scritto in passato un libro considerato blasfemo dai musulmani. Lo scrittore ha subito un intervento chirurgico. Ecco le sue condizioni di salute.
Salman Rushdie, come sta lo scrittore dei versetti satanici
Lo scorso agosto, lo scrittore indiano Salman Rushdie, 75 anni, autore del famoso e discusso romanzo I versi satanici, più volte minacciato di morte, è stato aggredito e colpito con un coltello, mentre stava per tenere una conferenza nello Stato di New York. Un uomo, irrompendo sul palco della conferenza organizzata a Chautauqua, si era scagliato contro l’autore del romanzo I versi satanici e lo ha ripetutamente colpito con un’arma da taglio.
A seguito dell’agguato, lo scrittore aveva riportato ferite multiple e ha subito un delicato intervento chirurgico. “Salman probabilmente perderà un occhio, i nervi del suo braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato ferito e danneggiato”, aveva dichiarato il suo agente, Andrew Wylie. Il libro più famoso di Rushdie, I versi satanici, è vietato in Iran dal 1988, poiché molti musulmani lo considerano blasfemo. Nel 1989 il defunto leader iraniano, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, aveva emesso anche una fatwa, chiedendo la morte dello scrittore e sul suo capo pende una taglia di taglia di oltre 3 milioni di dollari.
Ha perso un occhio e l’uso di una mano
Lo scrittore indiano è fuori pericolo ma ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano. A rivelarlo è il suo agente Andrew Wylie, in un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El País durante la fiera del libro di Francoforte.
Alla domanda su come sta adesso lo scrittore, l’agente ha risposto così: “Le sue ferite erano profonde, ma ha anche perso la vista da un occhio. Aveva tre gravi ferite al collo. Una mano è incapacitata perché i nervi del suo braccio sono stati tagliati. Inoltre ha circa 15 ferite al petto e al busto. Quindi, è stato un attacco brutale”. Wylie non ha rivelato se Rushdie è ancora in ospedale: “Non posso fornire alcuna informazione su dove si trovi. Ma vivrà. Questa è la cosa più importante”.
L’agente di Rushdie ha risposto anche sulla natura dell’attacco e sul periodo complicato riguardo la libertà di espressione: “Penso che l’attacco sia stato qualcosa di cui Salman ed io abbiamo discusso in passato, ovvero che il pericolo principale da affrontare così tanti anni dopo l’imposizione della fatwa era quello di una persona a caso che usciva dal nulla e lo attaccava. Non puoi proteggerti da questo rischio, perché è totalmente inaspettato e illogico. Come l’omicidio di John Lennon“.