Alla Camera, oggi, non sono bastate quattro votazioni per eleggere il presidente, perché non è stato ancora chiuso l’accordo tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. I leader di Fratelli d’Italia e Lega si sono incontrati, nel pomeriggio, in vista del quarto scrutinio, che si svolgerà domani a Montecitorio a partire dalle 10.30, votazione in cui il centrodestra punta a incassare il successore di Roberto Fico.
Non c’è ancora l’accordo sulla presidenza della Camera. Nuovo incontro nel pomeriggio tra Meloni e Salvini. In pole c’è Lorenzo Fontana
L’intesa prevede che la carica vada alla Lega e nel partito, nelle ultime ore, scendono le quotazioni di Riccardo Molinari, al quale Salvini ha proposto di rimanere capogruppo, mentre salgono quelle del vice segretario del Carroccio, il veneto Lorenzo Fontana (nella foto).
“Non so niente, so di Giorgetti alla Juventus e io al Verona” ha detto Fontana rispondendo a chi gli domandava dell’ipotesi di una sua elezione alla presidenza della Camera. “E’ ancora in divenire, la notte è lunga”, ha aggiunto prima di dirigersi verso gli uffici del Gruppo della Lega a Montecitorio.
“Ho chiesto a Riccardo Molinari la disponibilità a proseguire il suo mandato da capogruppo della Lega a Montecitorio – ha detto Matteo Salvini -, nonostante avesse tutte le carte in regola per fare il Presidente della Camera. Molinari è stato e sarà il miglior capogruppo possibile, ruolo per me politicamente più rilevante per i prossimi cinque anni”.
Nell’Aula della Camera, alle 17, si è svolta la chiama per la terza votazione del presidente della XIX Legislatura. Anche la seconda votazione, come la prima, si era chiusa con una fumata nera.
Al primo scrutinio i presenti e i votanti erano 391. Riccardo Molinari ha ottenuto 4 voti, Enrico Letta 3. Le schede bianche sono state 369 e le nulle 10. Al secondo scrutinio, hanno partecipato al voto 388 deputati. Letta ha preso 4 voti, Molinari 3, Nicola Stumpo 2. I voti dispersi sono stati 7, le schede bianche 365 e le nulle 7.
Per l’elezione del presidente della Camera era necessario raggiungere il quorum dei due terzi degli eletti al primo voto, e dei presenti al secondo e al terzo. Il centrodestra può contare su 235 seggi (il quorum è 267 considerando gli eletti). Domani, con la quarta votazione, si arriverà dunque all’elezione del successore di Fico, essendo sufficiente la maggioranza assoluta.