Passano i mesi ma la guerra in Ucraina non solo non sembra vicina a un epilogo ma, al contrario, sembra sempre prossima a degenerare. Davanti a queste escalation, in cui il nucleare viene sbandierato come una possibilità concreta, gli Usa, l’Ue e la Nato non fanno altro che armare Kiev e minacciare Mosca. Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro e accademico, crede che così facendo si riuscirà a porre fine al conflitto oppure si rischia che questo sfugga definitivamente di mano?
“Credo che non ci possiamo rassegnare a una guerra dei cent’anni sul suolo europeo e che pensavamo di aver lasciato in eredità ai soli libri di storia. Purtroppo per come stanno andando le cose la vedo nera anche perché è evidente il fallimento delle Nazioni unite nella prevenzione e nella risoluzione del conflitto. Detto questo è chiaro che aiutare una popolazione aggredita come l’Ucraina, per di più da una potenza molto più grande e potente, è un atto non solo comprensibile ma anche condivisibile. Il problema è che nessuno ragiona su come ottenere almeno il cessate il fuoco e questo mi sembra un comportamento del tutto irresponsabile. Vorrei ricordare che stiamo vivendo un duplice rischio nucleare in quella zona ossia quello delle centrali nucleari, tra cui Zaporizhia che è la più grande d’Europa e che potrebbe causare un disastro almeno dieci volte maggiore rispetto a quello di Chernobyl, e quello derivante dal fatto che la Russia è il Paese con il maggior numero di testate atomiche al mondo. Eppure davanti a uno scenario tanto apocalittico, l’azione diplomatica è quasi assente se non fosse per Erdoğan che di certo non è uno stinco di santo. Fatico a capire come mai l’Unione europea abbia abdicato al suo ruolo di mediatore, non riuscendo neanche a trovare un possibile interlocutore per aprire un dialogo con Putin. Probabilmente si è puntato tutto sulle sanzioni, convinti che avrebbero piegato la Russia ma così non è stato”.
Come si spiega il fatto che l’Ue e gli Usa stiano continuando questa politica muscolare senza minimamente pensare a come fermare il conflitto?
“Penso che è sbagliato dire che l’Unione europea sta seguendo pedissequamente gli Stati Uniti. Questo perché Bruxelles sta autonomamente sostenendo una politica bellicista del tutto priva di iniziativa diplomatica mentre gli Usa, almeno oggi, hanno iniziato a porsi il problema di un’interlocuzione diretta con Putin. È un paradosso”.
Intanto in Italia Conte si è fatto portavoce della ‘marcia per la pace’, priva di insegne di partito, per chiedere a Bruxelles di mediare con Mosca. Che ne pensa di questa iniziativa?
“Conte si è fatto portavoce di una mobilitazione che da tempo viene invocata dal Pontefice. Si tratta di una manifestazione a cui intendo aderire perché permetterà di dare agli italiani la possibilità di dire la propria su questo conflitto. Il leader del Movimento, ci tengo a sottolinearlo, ha fatto una proposta che trovo molto corretta e rispettosa perché non solo ha detto che dovrà essere senza bandiere ma l’ha proposta sul giornale dei vescovi ossia Avvenire. Inoltre hanno risposto Arci e Acli che sono due realtà dell’associazionismo laico e cattolico del nostro Paese. Quello che deve sorprendere è che il Pd non ha aderito a una manifestazione che non è di Conte ma è dell’Italia intera. Capisco che c’è della gelosia verso il leader del Movimento che sta salendo nei sondaggi ma davanti a una proposta come questa credo andrebbe messa da parte”.
Curiosamente il Pd, da sempre in prima fila nel sostenere la necessità di armare Kiev e sanzionare Mosca, sembra aver cambiato idea tanto che Letta ha indetto un sit-in per la pace davanti all’ambasciata russa. Come si spiega questo dietrofront?
“Ogni iniziativa in favore della pace può essere utile. Per questo credo che fare un sit-in davanti all’ambasciata russa è assolutamente legittimo ma a mio avviso andava fatta molto tempo fa. Mi chiedo perché lanciare quest’iniziativa proprio adesso che è spuntata la proposta di una marcia per la pace. A voler essere maliziosi sembra una ripicca un po’ infantile. Tra l’altro credo che questo sit-in, sotto il profilo dei partecipanti, rischia di essere un’iniziativa piuttosto modesta rispetto alla possibilità di fare una manifestazione per la pace ampia come quella prospettata da Conte”.
Per quanto si tratti di due eventi all’apparenza simili, la marcia per la pace di Conte e il sit-in di Letta sono molto diversi. Infatti la prima intende riportare sia i russi che gli ucraini al tavolo delle trattative, mentre la seconda scarica tutte le responsabilità sul Cremlino che, secondo loro, dovrebbe arrendersi e ritirarsi. Quale dei due approcci le sembra più sensato?
“Parlando dell’efficacia è evidente che un appello che si rivolge all’intera comunità internazionale, come intende fare la manifestazione per la pace, ha maggiori possibilità di ottenere qualche effetto rispetto a un appello rivolto esclusivamente verso la Russia che non sembra intenzionata ad alcun passo indietro. Però, ripeto, ogni sforzo per arrivare a un cessate il fuoco è il benvenuto”.
Davanti a questo conflitto in cui il rischio di ricorrere alle armi atomiche appare concreto, lei cosa pensa che si dovrebbe e potrebbe fare?
“Bisogna per forza mettere in moto dei canali diplomatici, anche nuovi, che permettano di far capire alla Russia che la loro operazione bellica è fallita. E soprattutto dobbiamo evitare di spingere Mosca alla disperazione, come stiamo cercando di fare in questi mesi, perché così facendo potremmo convincere il Cremlino a utilizzare l’arma atomica”.
Parlando di altro, recentemente circolano voci secondo cui lei starebbe lavorando alla creazione di un soggetto politico che, secondo quanto trapela, dovrebbe collocarsi alla sinistra del Movimento 5 Stelle. Ci dica la verità, è solo fantapolitica oppure c’è del vero?
“Personalmente lavoro affinché i 5 Stelle aderiscano al gruppo dei Verdi europei, dando vita al grande partito ecologista e ambientalista che serve al nostro Paese. Del resto credo che questa sia la direzione scelta da Conte anche alla luce dei punti fondanti del Movimento. Da parte mia, voglio ribadirlo, non ho nessuna intenzione di creare l’ennesimo partitino italiano”.