Separati in Regione dove entrambi ambiscono a correre per la medesima carica alle elezioni regionali del 2023. Non si placa il conflitto in casa Centrodestra tra il presidente della regione Attilio Fontana e Letizia Moratti, inaspritosi alla luce dei risultati dell’ultima tornata elettorale.
Moratti e Fontana sono separati in Regione dove entrambi ambiscono a correre per la medesima carica
“Io penso alla Lombardia e mi concentro sulla Lombardia” ha risposto Fontana in un punto stampa al Pirellone a chi gli chiedeva se avrebbe accettato di guidare il Ministero per l’Autonomia, dichiarandosi per l’ennesima volta convinto di essere il frontman del centrodestra per il rinnovo del mandato. L’atmosfera tra i due appare sempre più tesa. Nella giornata di ieri, per “sopraggiunti impegni istituzionali” Letizia Moratti ha disertato la conferenza stampa di presentazione di “Ottobre in salute… Donna 2022” in piazza Città di Lombardia dove era atteso anche il governatore.
Se venerdì sera Fontana e Moratti si sono incontrati per un’ora al Palazzo Lombardia di Milano per provare a chiarirsi, i nodi al pettine sono rimasti. “Questa sera ho evidenziato alla vicepresidente e assessora al Welfare che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico si è incrinato”, ha scritto Fontana in un comunicato diffuso dopo l’incontro.
“Ciò nonostante, essendo io il garante della coalizione in Lombardia e per senso di responsabilità rispetto al momento politico nazionale che stiamo vivendo, mi riservo di prendere una decisione definitiva dopo un confronto con i leader del centrodestra”.
Letizia Moratti è stata sindaca di Milano tra il 2006 e il 2011 e poi ministra nel secondo e terzo governo Berlusconi. Rimasta lontana dalla scena politica per lungo tempo, era stato proprio Attilio Fontana a chiamarla all’inizio del 2021 a fare l’assessora regionale al Welfare, succedendo a Giulio Gallera, criticatissimo per la gestione della pandemia da coronavirus in Lombardia.
Il ritorno in politica dell’ex sindaca è avvenuto in un momento in cui la Lega – il partito che amministra la regione da dieci anni – stava perdendo esponenzialmente consensi. Se nel 2018 aveva preso alle politiche 1,5 milioni di voti, domenica scorsa ne ha portati a casa meno della metà proprio nel momento in cui Fratelli d’Italia li ha più che sestuplicati, arrivando a 1,4 milioni.
Oltre al rapporto personale tra i due, a pesare sull’elezione del nuovo presidente della Regione Lombardia è stato proprio il risultato elettorale. Il 26 settembre era stato proprio il leader Matteo Salvini a confermare il proprio supporto a Fontana dando per “scontata” la disponibilità di Moratti a supportare la nuova candidatura del presidente uscente. Stando a quanto riferito da diverse fonti, Moratti in realtà era già interessata a candidarsi alla presidenza della Regione. Secondo alcune fonti, se non con la Lega, con il Terzo polo.
La nomination alla guida della Regione è un tema importante per tutto il Centrodestra considerato che si parla della regione più popolosa d’Italia, stabilmente la prima per contributo al Prodotto interno lordo (Pil). Il cattivo risultato alle elezioni politiche del 25 settembre ha già spaccato il partito di Matteo Salvini, accusato di aver “tradito” le prime istanze del movimento (autonomia e protezionismo regioni del Nord) per un allargamento al centro-sud.
Con lo scopo di riacquistare il consenso al Nord, lo scorso week end Umberto Bossi, storico fondatore del partito, ha annunciato la creazione di “Comitato per il Nord”, un’operazione politica dai contorni ancora poco chiari nonostante appaia evidente che si tratti di una fazione che esprime una linea politica autonoma da quella nazionale.
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