Sicilia amara per il Centrodestra. A distanza di nemmeno 24 ore dall’arresto della candidata di Fratelli d’Italia, Barbara Mirabella, un nuovo blitz dei carabinieri ha messo nel mirino il candidato consigliere regionale Salvatore Ferrigno, ex deputato di Forza Italia nella circoscrizione degli italiani all’estero e oggi e ora sostenuto dai Popolari Autonomisti di Raffaele Lombardo, lista che sostiene l’ex presidente del Senato Renato Schifani.
L’azzurro, infatti, è finito in manette con la pesante accusa di voto di scambio politico-mafioso in quanto avrebbe stretto un patto con il boss di Carini, Giuseppe Lo Duca. Arrestati anche il boss e una intermediaria che avrebbe reso possibile l’incontro.
Sicilia amara per il Centrodestra, il patto tra Ferrigno e i boss
Stando a quanto accertato dalla Procura, l’accordo tra i due inizialmente prevedeva il pagamento di 20mila euro per ognuno di quattro paesi del palermitano in cui il mafioso avrebbe dovuto sostenere l’aspirante deputato regionale. Ma col passare del tempo il patto è stato rivisto con uno sconto che ha fatto scendere la somma pattuita dai 20mila euro ai 5mila.
A sostegno dell’accusa ci sono diverse intercettazioni ambientali, alcune di pochissimi giorni fa.
Mafia: voto scambio; gip, a rischio principio democratico
Come si legge nel decreto emesso dal gip, l’operazione non si poteva rimandare perché le condotte avrebbero inquinato l’imminente voto alle urne. Proprio per questo il magistrato parla di “ineluttabile e urgente intervento di natura cautelare per scongiurare il pericolo che il diritto-dovere del voto sia definitivamente trasfigurato in merce di scambio assoggettata al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso”.
Una situazione preoccupante perché, conclude il gip, lasciando agire gli indagati “ne deriverebbe la conseguente grave violazione del principio e del metodo democratico del quale il libero e incondizionato esercizio del voto costituisce il caposaldo”.