“Non credo che userà queste armi. Non credo che il mondo gli consentirà di impiegarle”. È quanto ha detto alla Bild il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, rispondendo a una domanda sulla minaccia nucleare di Putin dopo l’annuncio della mobilitazione parziale generale in vigore da oggi in Russia.
Mobilitazione parziale, Zelensky: “Putin vorrebbe che l’Ucraina annegasse nel sangue, ma anche nel sangue dei suoi stessi soldati”
Tuttavia il presidente ucraino non esclude completamente un attacco nucleare da parte di Mosca: “Non possiamo leggere nella testa di questa gente. Ci sono dei rischi”. Per Zelensky, non si può comunque cedere ai ricatti russi: “Domani Putin può dire: vogliamo oltre all’Ucraina anche una parte della Polonia, altrimenti useremo le armi nucleari. Non possiamo stare a questi compromessi”.
“Lo hanno già detto i nostri servizi di intelligence e i nostri alleati. Si sono mobilitati nell’ultimo mese”, ha affermato ancora Zelensky parlando alla Bild aggiungendo che quanto ha annunciato oggi Putin non è “niente di nuovo” e mostra che la Russia ha “problemi con ufficiali e altro personale militare”. “Sappiamo già che hanno mobilitato i cadetti, ragazzi che non potevano combattere. Sono venuti da noi e muoiono”, ha aggiunto il presidente ucraino.
“Putin vorrebbe che l’Ucraina annegasse nel sangue, ma anche nel sangue dei suoi stessi soldati” ha aggiunto Zelensky specificando di non aver ascolto l’annuncio di Putin in quanto le sue apparizioni “non sono i miei video preferiti, ho tutte le informazioni di cui ho bisogno”.
Kiev definisce la mobilitazione parziale dei riservisti una “grande tragedia” per il popolo russo
Un portavoce del presidente ucraino Zelensky, Sergii Nikoforov, ha detto all’Ap che la mobilitazione parziale dei riservisti, annunciata questa mattina da Vladimir Putin in Russia, è una “grande tragedia” per il popolo russo. Per il rappresentante di Kiev, le reclute che verranno mandate al fronte in Ucraina affronteranno un destino simile alle forze russe mal preparate che sono state respinte nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina.