Docente esperto: la figura ufficialmente è stata cancellata. Tuttavia, rimarrebbe l’incentivo economico previsto. Dopo tante polemiche e una petizione online per rimuovere la figura, ecco un emendamento al Decreto Aiuti bis per il parere contrario alla figura che ha ottenuto il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.
Docente esperto, cancellata la figura prevista dal Decreto Aiuti bis
La figura del docente esperto, dopo le tante polemiche, è stata cancellata. Irene Manzi e Manuela Ghizzoni, responsabili scuola e università del Pd hanno dichiarato: “Grazie al lavoro del Pd è stata cancellata la inaccettabile qualifica di docente esperto. Si tratta di un emendamento al quale abbiamo lavorato molto nelle ultime settimane: nelle scuole non ci saranno per legge insegnanti esperti e, di converso, non esperti”.
E ancora: “È stata anche accolta la proposta che la disciplina sia rinviata alla contrattazione collettiva – proseguono – Sarebbe stato inaccettabile introdurre una forma di carriera definita per legge e fuori dalla sua sede naturale. Non avremmo accettato nessun compromesso. Abbiamo fatto cambiare idea al governo e siamo convinte che se l’esecutivo fosse stato più aperto al confronto si sarebbero trovate soluzioni adeguate a tutte le questioni poste. Alcune restano sul tavolo ma ci impegniamo a risolverle a partire dalla richiesta al Governo di aggiornare l’atto di indirizzo e di procedere senza altri indugi al rinnovo del contratto. Dobbiamo registrare con rammarico che su alcune criticità il governo si è mostrato chiuso, giustificando la mancata accoglienza di eventuali ulteriori modifiche alla norma con l’eventualità che non sarebbe stata erogata la terza rata del Pnrr”.
Resta però l’incentivo economico
Nonostante la cancellazione della qualifica resta, tuttavia, la possibilità di “essere stabilmente incentivati, nell’ambito di un sistema di progressione di carriera che a regime sarà precisato in sede di contrattazione collettiva” per i docenti di ruolo.
La figura del docente esperto prevedeva il guadagno di 5.650 euro in più sotto forma “assegno annuale ad personam“. Era poi prevista una “una tantum” accessoria da stabilire con i contratti tra il “10 e il 20%” in caso di completamento di un percorso triennale. Sulla figura era stata lanciata una petizione online avviata da un docente di Caltagirone, in provincia di Catania, che ha raccolto oltre 23mila firme.