La legge elettorale che fa schifo a tutti, il ministero della banalità energetica e Calenda tradotto. Eccoci al nostro bestiario elettorale.
IL ROSALETTUM
“Ha ragione Meloni”, quando dice che il Rosatellum lo impose il Pd: “Fu Renzi che lo impose, pensando a se stesso, pensando di prendersi il 70 per cento del Parlamento, poi è andata come è andata”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a Rtl102.5. Come già dicevamo ieri alla fine sembra che questo Rosatellum non l’abbia mai votato nessuno, quando in realtà non lo votarono solo Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Qualcuno potrebbe fare notare a Letta che il Pd ha avuto tutto il tempo, al governo, per fare una nuova legge elettorale. Qualcuno potrebbe far notare a questi che la riduzione dei parlamentari senza il contrappeso di una nuova legge elettorale è tutta farina del loro sacco. Ma che fatica…
DI MAIO CONTRO PUTIN
“I russi devono sospendere le ingerenze nella campagna elettorale italiana”, dice Di Maio, non si capisce bene a chi. Forse ora Putin batterà in ritirata per le terribili parole del ministro? Ma dai. In compenso Di Maio insiste anche nel dire che “noi possiamo arrivare fino al 6%. Nei prossimi giorni tante persone che ascolteranno le proposte politiche decideranno per chi votare. Io giro l’Italia e vedo che la gente ci vuole dare fiducia”. È evidente che abbia perso il senso delle proporzioni, un po’ in tutto.
BANALITÀ ENERGETICA
Ieri su La Stampa Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, centro di ricerca indipendente specializzato su energia e ambiente scrive la sua sul “piumano Cingolani” esaltato (ovviamente) da quasi tutti. Secondo Tabarelli, le ultime disposizioni del governo circa i risparmi negli edifici della pubblica amministrazione o nei condomini, nella migliore delle ipotesi, ci porteranno un risparmio non superiore a 3 miliardi di metri cubi su base annuale, contro le stime “ottimistiche” del governo cha parlano di 5,3 miliardi: “Il confine fra risparmio energetico e povertà energetica è grigio, in particolare in Italia, un paese che si sta impoverendo dalla crisi dal 2008, perché il suo Pil non cresce più”, scrive.
Dunque – avverte l’esperto – per questo inverno il rischio è il razionamento, e da qui la recessione, soprattutto se la Russia dovesse chiudere del tutto i rubinetti. Il solito Cingolani insomma, che si affida al gran cuore dei cittadini con un portafoglio sempre più piccolo. (Il titolo geniale è di Francesco Lenzi).
I TERRITORI
Il direttore delle news di Radio Capital Edoardo Buffoni ha messo in fila tutti i candidati in territori non loro: Elisabetta Casellati, dal Veneto alla Basilicata; Anna Maria Bernini, da Bologna al Veneto; Claudio Lotito, da Roma al Molise; Stefania Craxi, da Milano a Marsala; Bobo Craxi, da Milano a Palermo; Angelo Bonelli, da Roma a Imola; Roberto Speranza, dalla Basilicata a Napoli; Vincenzo Amendola, da Napoli alla Basilicata; Dario Franceschini, da Ferrara a Napoli; Ilaria Cucchi, da Roma a Firenze; Beatrice Lorenzin, da Roma a Verona; Laura Boldrini, da Macerata alla Toscana; Maria Elena Boschi, dalla Toscana alla Calabria; Stefano Patuanelli, da Trieste alla Campania; Vittoria Baldino, dal Lazio alla Calabria. A proposito della legge elettorale che doveva premiare la fedeltà ai territori. Ce ne vuole per affezionarsi a questa politica…
CARLO & GIORGIA
“Noi al governo con Meloni? Non esiste, le ho solo dato un consiglio. Ho detto che se fossi Meloni farei esperienza in un governo di larga coalizione, per imparare a fare il ministro. Era un consiglio, mica ho detto che volevo andare al governo con lei”, dice Calenda. Tradotto: le ho solo consigliato di fare un governo con noi. Irredimibile.
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