Il Partito democratico in fatto di lavoro sembra avere le idee sempre più confuse. “Enrico Letta attacca il Jobs Act, varato proprio dal Pd, quale strumento che ha reso più precario il lavoro per i giovani, senza rendersi conto che Tommaso Nannicini (nella foto), il padre di questo provvedimento, è candidato tra le sue file”.
Sul lavoro il Pd fa il gioco delle tre carte
A mettere in risalto quest’apparente contraddizione è Michele Gubitosa, deputato e vicepresidente del Movimento 5 Stelle. “Per fare chiarezza e per aiutare Letta a fissare bene il recente passato – aggiunge il parlamentare pentastellato – ricordo anche che decreto Dignità, sgravi per le assunzioni di donne e giovani, Fondo nuove competenze, legge sui rider (solo per fare alcuni esempi) sono tutti provvedimenti realizzati dal Movimento 5 Stelle. E tutto questo avveniva mentre in Senato il Partito democratico si dava da fare, insieme al centrodestra, per stoppare la nostra proposta del salario minimo a 9 euro l’ora”.
Letta in confusione: critica il Jobs Act e poi candidati il padre del provvedimento
Quanto dichiarato da Gubitosa è una risposta a distanza alle dichiarazioni con cui Letta ha dato l’addio al Jobs Act. Una riforma del mondo del lavoro fatta dall’allora governo guidato da Matteo Renzi e che è stata fortemente criticata nel corso degli anni.
“Il nostro programma supera il Jobs Act sul modello di quanto fatto in Spagna per combattere il lavoro povero e precario” è quanto ha scritto Letta su Twitter. Un post a cui poco dopo ha voluto ulteriormente precisare che “il blairismo è archiviato. In tutta Europa sono rimasti solo Renzi e Calenda ad agitarlo come feticcio ideologico”.
Dichiarazioni che hanno scatenato un vespaio di polemiche. Renzi, infatti, all’epoca rivestiva anche il ruolo di segretario del Partito democratico. Proprio il senatore e leader di Italia Viva non si è fatto sfuggire l’occasione per lanciare l’ennesimo attacco al Pd spiegando che, secondo lui, la campagna di Letta è mossa esclusivamente dall’astio che prova nei suoi confronti.