Un conto è presentarsi alle elezioni – forti di anni di opposizione – a suon di slogan gridati in piazza, tutt’altro è vincere alle urne e governare. Lo sa bene Giuseppe Conte che scrutando gli atteggiamenti e le parole della rivale Giorgia Meloni, ai microfoni di Rainews24, ha detto: “Sembra davvero che (la leader di FdI, ndr) inizi a impaurirsi di governare un Paese, anche perché non mi pare che ci sia una classe dirigente adeguata in Fratelli d’Italia”.
Dopo le elezioni ci sarà una grande accozzaglia
“Il Paese sta attraversando un momento molto difficile e io ne so qualcosa”, ha proseguito spiegando anche che, secondo lui, “si sta già prefigurando un governo con una grande accozzaglia perché tutti possano partecipare a una fetta di potere, tutti possano avere una poltrona adeguata su cui sedersi, ma mi sembra che i bisogni dei cittadini scompaiano sullo sfondo”.
A parere del leader M5S – e contrariamente a quanto sostiene Enrico Letta – l’eventuale vittoria del Centrodestra non presenterà un allarme democratico in quanto “siamo in una democrazia avanzata solida, quindi non parlerei assolutamente di questi rischi e non darei ai cittadini questa prospettiva”.
Il problema, semmai, è che molte misure proposte delle destre sono preoccupanti: “Meloni togliendo il Reddito di cittadinanza vuole la guerra civile? Lei guadagna 500 euro al giorno da più di vent’anni e vuole togliere 500 euro al mese alle persone in difficoltà. Così si fa guerra ai poveri”.
No al presidenzialismo posticcio della Meloni
Ma questa è solo la punta dell’iceberg perché Conte spiega anche che il nostro Stato ha delle carenze su cui bisogna “intervenire intelligentemente” e “non avventurandoci in un presidenzialismo trapiantato” che non ci appartiene.
In particolare “bisogna conservare il fondamento di una democrazia parlamentare, interverrei laddove si sono verificate le maggiori carenze”, ad esempio per garantire una maggiore “stabilità dei governi”.
Vinte le elezioni, l’energia sarà il problema principale
Con il prezzo del gas a livelli record, “un tetto calmieratore” come proposto da Bruxelles “non è sufficiente”. “Occorre un piano europeo di acquisti comuni: diventeremmo i leader mondiali dell’acquisto del gas” e “potremmo dettare le condizioni contrattuali” ha spiegato Conte sul principale problema che dovrà essere affrontato dal prossimo governo.
“Sul piano interno, quello che è stato fatto dal governo non serve a nulla: quei 9 miliardi previsti dalla tassazione degli extraprofitti neppure sono entrati. Bisogna riscrivere la norma, estendere la tassazione anche al comparto assicurativo e farmaceutico” e, “in aggiunta è da valutare anche un eventuale variazione di bilancio, ben costruita e ben comunicata ai mercati: altrimenti bisognerà farla più avanti, e allora sì che sarà molto più costosa e dolorosa” ha concluso Conte.