Napoli, bollette bruciate in piazza per protestare contro il rincaro dei prezzi dell’energia. Nella giornata di venerdì 2 settembre 2022, diversi centinaia di disoccupati si sono dati appuntamento per manifestare contro le autorità, colpevoli di non sostenere le famiglie in difficoltà.
Napoli, bollette bruciate in piazza dai disoccupati contro il caro prezzi dell’energia
Nella giornata di venerdì 2 settembre, in piazza ‘7 novembre’ della ‘167’ di Napoli, è andata in scena una protesta di un centinaio di disoccupati. Al centro della manifestazione dei manifestanti il caro bollette e l’aumento del prezzo dell’energia.
Addirittura, i manifestanti hanno bruciato le ultime fatture per le forniture di corrente e gas dinanzi agli uffici della posta centrale in piazza Matteotti a Napoli. La protesta poi è proseguita in corteo in via Verdi per poi dirigersi verso il Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli.
Un centinaio protestano con la curiosa iniziativa
Diverse centinaia di persone hanno protestato contro il caro bollette. C’è stanchezza ma anche frustrazione. “Siamo stanchi delle promesse – spiega qualcuno tra i manifestanti – Da anni attendiamo un lavoro ed oggi non possiamo pagare queste cifre, che sono triplicate”. Qalcuno altro, invece, aggiunge: “Le nostre famiglie sono allo stremo. Per noi, finora, solo tante parole e pochi fatti”.
Gaetano Manfredi, intervistato dalla web tv del Comune, è intervenuto commentando la singolare protesta. “Sarà un autunno molto caldo – ha specificato il sindaco– la situazione delle famiglie è molto difficile, il costo delle bollette è insostenibile e questo riguarda chi ha il lavoro e chi non ce l’ha”. “È – ha proseguito Manfredi – Una questione sociale ancora più importante in una città come Napoli con livelli così alti di povertà. Serve un intervento del governo a sostegno del reddito. Dobbiamo aiutare chi oggi è costretto a scegliere se fare la spesa o pagare le bollette”.
Invece, sul Reddito di Cittadinanza, Manfredi ha risposto così: “Io sono contrario all’approccio che si sente, Reddito di Cittadinanza sì o no. È uno strumento importante perché è una risposta alla povertà, non può essere messo in discussione ancora di più in una situazione come quella attuale. Quello che non ha funzionato sono le politiche attive per il lavoro e per l’inserimento nel mondo del lavoro. È indispensabile che ci sia una riforma, mi auguro che al di là della propaganda elettorale si guardi davvero ai problemi delle persone e si dia una risposta seria”.
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