Una sola frase, quasi ininfluente e che invece apre un mondo, un divario netto tra ciò che è il Movimento Cinque Stelle per Giuseppe Conte e ciò che invece sono tutti gli altri partiti, senza troppe distinzioni. Mentre prosegue la campagna elettorale pentastellata, pare proprio che il presidente del M5S voglia continuare a toccare i tasti “giusti”.
Il M5S in mezzo alla gente. Bagno di folla per Conte al mercato di Rimini e dopo con i pescatori di San Benedetto del Tronto
E così se due giorni fa è partito dal Veneto cercando di sottolineare come il M5S non sia solo Reddito di cittadinanza (tema che di fatto al Nord ha avuto sempre poco appeal) ma anche evoluzione, transizione ecologica, aiuti concreti alle piccole e medie imprese, ieri a Rimini l’ex presidente del Consiglio ha colto la palla al balzo per riaccendere un altro tema di discussione e divisivo tra i partiti: quello delle armi.
“Andiamo insieme a controllare i prezzi che aumentano, noi siamo stati i primi a lanciare l’allarme per intervenire e proteggere le famiglie. Gli altri pensavano alle armi”, ha detto Conte, durante la visita al mercato di Rimini. Il presidente del M5S è stato accolto da alcuni sostenitori che sorreggevano una gigantografia in cartone con la sua immagine. “Non molliamo di un centimetro, presidente”, le loro parole.
D’altronde basta analizzare i programmi elettorali dei vari schieramenti in campo. Tanto il Terzo Polo quanto il centrodestra sono concordi, quasi allineati, su un punto: occorre alzare le spese militari fino a raggiungere il tanto agognato 2% del Pil. Un tema divisivo anche all’interno del Pd: se nel programma elettorale non se fa esplicita menzione, è altrettanto vero che esponenti di punta – su tutti lo stesso ministro della Difesa Lorenzo Guerini – non hanno mai fatto mistero della loro idea di arrivare al tanto agognato “traguardo” che da tempo la Nato ci chiede.
Di contro, invece, il Movimento cinque stelle ieri da Rimini ha tracciato una chiara linea di demarcazione: ciò che a noi interessa – si è detto – sono i problemi reali delle persone, soprattutto dinanzi allo spaventoso aumento del costo della vita e dei beni di prima necessità. Non a caso quello del no all’aumento delle spese militari ha puntellato l’intera giornata di campagna elettorale di Conte.
“A Chigi abbiamo gridato no al riarmo, no a nuove spese militari, sì a tutte le risorse per famiglie e imprese, già allora, nel marzo scorso, ci fu un forte scontro tra me e Draghi, c’era già l’inflazione al 2%, e la crisi energetica, che tutti hanno scoperto ora”. Così ha detto Conte intervenendo in piazza a Chieti, per un evento elettorale. “Sembrava che dovesse scoppiare una crisi di governo perché avevamo detto no al riarmo”, aggiunge, ricordando che “Draghi andò pure da Mattarella”.
Ma nel corso della giornata ovviamente Conte ha avuto modo anche di spaziare. Molto coinvolgente è stato anche l’evento di San Benedetto del Tronto, centro nevralgico nei mesi scorsi dello sciopero dei pescatori dinanzi all’aumento del carburante. Un modo per dimostrare con forza l’impegno per la dignità sul lavoro, ma anche quello sulla transizione ecologica che, ha ribadito Conte, “per noi non è uno slogan da Tv”.
“Il problema del cambiamento climatico è serio e non rinviabile ha continuato – ha continuato il leader M5S in compagnia anche del candidato M5S ed ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa – Guardiamo con preoccupazione al problema delle bollette: faremo il possibile per poter risolvere questa emergenza che avevamo segnalato già da 6 mesi, litigando anche con il premier Draghi”.