Omicidio Alice Scagni: spunta sulle pagine di repubblica la chiamata che Alberto Scagni fa al padre poco prima di uccidere la sorella. Inquietante come l’omicidio sia annunciato e il tentativo a vuoto del padre di chiamare il 112 abbia mostrato la superficialità delle forze dell’ordine nel non intervenire. La madre sono settimane che si batte per questa chiamata non ascoltata.
Omicidio Alice Scagni, spunta la telefonata del fratello al padre
“E allora? Voglio i soldi per mangiare!”. Inizia così l‘ultima telefonata che Alberto Scagni ha fatto a suo padre il primo maggio di quest’anno, nel giorno in cui ha ucciso la sorella. “Io sono un uomo a differenza di 7 miliardi di persone che respirano la stessa aria che respiro io“. la telefonata continua con numerosi insulti al padre. Poi il 42enne si riferisce al genero, Gianluca Calzona, e a sua sorella. “Stasera Gianluca e tua figlia sai dove sono?”.
Immediatamente dopo, il padre fa una chiamata al 112 perché teme per la vita della figlia e del genero Gianluca Calzona. Tuttavia, la polizia che risponde alla telefonata non ritiene ci sia un pericolo imminente ma soprattutto che sia necessario intervenire. Il resto è cronaca, con Alice che viene massacrata dal fratello.
Il messaggio della madre sui social
Nel giorno del compleanno del figlio Alberto(25 agosto 2022), la madre ha scritto un messaggio su Facebook: “42 anni fa, giusto a quest’ora (22.45, ndr), ero mamma entusiasta e orgogliosa di Alberto – scrive Antonella Zarri – Poi non ci è toccata in sorte la vita facile e felice a cui ho fantasticato tutta notte il 25 agosto 1980. Ma non meritavamo di essere abbandonati a un destino distruttivo, non meritavamo che nessuno volesse ascoltare E DARE AIUTO al grido di rabbiosa disperazione di questa telefonata che nessuno si è fatto carico di ascoltare il Primo Maggio. Eppure l’abbiamo implorato al 112. Fate ascoltare il nostro grido, o vi vergognate?”.
Anche in un post del 22 agosto la madre non si dava pace, accusando la giustizia: “Mai tragedia fu più annunciata, 10 giorni (almeno) di pesanti indizi di una follia che stava raggiungendo l’apice dell’aggressività in mio figlio – spiega la madre – E nonostante tutti gli indizi siano stati segnalati alle Forze dell’Ordine c’è stato totale inerzia, mancanza di supporto e indicazione degli atti preventivi che necessitavano per fermare Alberto”.
Sempre secondo Antonella Zarri, i medici di salute mentale avrebbero diagnosticato al figlio a distanza una forma di schizofrenia paranoide, sottovalutata sempre dalla polizia. “Quel che è peggio, c’è stato scherno della preoccupazione e della paura di una madre del proprio stesso figlio: alla richiesta di controllare lo stato di evidente pericolosità di mio figlio (prefigurando eventi simili alla vicenda di Benno Neumair) mi è stato risposto da un Agente della Polizia di Stato: SIGNÓ, E NON FAMOLA TRAGICA!”.