Il leader della Lega, Matteo Salvini, guarda alla legge sulla famiglia dell’Ungheria, trasformandola in un modello per l’Italia. Il legame della destra con Orbán è sempre più forte e aumenta la preoccupazione dell’Ue, che si è già scagliata contro il provvedimento approvato a Budapest.
Salvini fa diventare la legge ungherese sulla famiglia un modello per l’Italia: il modello Orbán e il dissendo dell’Ue
“La legge più avanzata per la famiglia è quella dell’Ungheria: là ci sono tantissimi aiuti, congedi parentali estesi anche ai nonni, tra i più avanzati d’Europa”, lo ha dichiarato il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo ai microfoni di Radio 24.
Ma qual è l’idea di famiglia difesa dal Governo presieduto da Vicktor Orbán? Il leader ungherese, che è uno dei maggiori sostenitori di Vladimir Putin nel Vecchio Continente, è uno strenuo sostenitore della “famiglia tradizionale”. Non solo. Per Orbán, le battaglie perorate dalla comunità LGBTQI+ che da tempo si susseguono nel Paese si sono tradotte nell’approvazione di una legge che ha condannato come reato l’omosessualità. La legge ha generato un’ondata di dissenso e malumore che non è rimasta confinata in Ungheria ma si è estesa a macchia d’olio in tutta Europa tanto che la Commissione europea ha deciso di impugnarla e agire per vie legali contro Budapest.
La determinazione del leader del Carroccio di elevare a modello la legge ungherese appare quanto mai allarmante mentre lo spettro dell’oscurantismo delle destre torna a incombere sull’Italia. Alla luce della difesa del modello Orbán, infatti, appaiono più inquietanti che rassicuranti le parole di Salvini sull’aborto. “Non toccheremo la legge 194, l’ultima parola spetta alla donna, non allo Stato”, ha promesso il leader leghista a Radio 24, per poi precisare. “La 194 va implementata dando la possibilità alla donna in difficoltà di fare la scelta, ma aiutandola a scegliere la vita. Vorrei potenziare l’aiuto economico a chi si trova in difficoltà economiche”. Per la destra, quindi, la donna può scegliere sull’aborto… ma optando “per la vita”.
Il Partito Democratico contro Salvini e la legge sulla famiglia di Orbán
La capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani
Le contraddizioni espresse da Salvini su temi delicati e cruciali come aborto è famiglia sono state colte addirittura dal Partito Democratico. Le dichiarazioni del leader del Carroccio, infatti, sono state prontamente smontate dalla capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani. “Salvini dice che l’Ungheria ha la legge sulla famiglia più avanzata d’Europa e che dovremmo copiarla. Sono andata a leggerla: con il modello di Orbán che piace tanto a Salvini ci dobbiamo aspettare anche queste proposte che, al contrario di ciò che serve veramente alle donne e alle famiglie (tutte le famiglie), sembra solo riportare a decenni addietro e a negare molti diritti che per Salvini evidentemente non sono scontati”, ha denunciato la Serracchiani. “Cosa altro può significare ad esempio: ‘Esenzione a vita dalla tassa sui redditi per tutte le donne che partoriscano e si prendano cura di almeno 4 figli’ oppure ‘prestito a interessi ridotti di 31.500 euro per le donne under 40 che si sposano per la prima volta; un terzo del debito verrà estinto alla nascita del secondo figlio e gli interessi verranno cancellati alla nascita del terzogenito’? La solita destra che, questa volta con Salvini, vuole portare indietro le lancette della storia”.
La senatrice Valeria Valente
Dal Pd di Enrico Letta, si è levata anche la voce della senatrice Valeria Valente, candidata in Campania. L’ira della senatrice non è stata scatenata solo da Salvini ma anche dall’aspirante presidente del Consiglio a capo di Fratelli d’Italia.
“Ieri Giorgia Meloni ha avviato la campagna elettorale nelle Marche, proprio la regione governata da FdI in cui le politiche della destra che più riguardano le donne sono già purtroppo una realtà: lì l’aborto è quasi impossibile e la pillola abortiva non si può utilizzare”, ha sottolineato la Valente. “Non bastano le rassicurazioni di Salvini, sappiamo che se dovessero vincere toccherebbero nei fatti la legge 194, così come il diritto delle donne ad avere famiglia e lavoro. Basta ricordare il ddl Pillon che voleva far arretrare il diritto di famiglia agli anni Sessanta e gli incentivi per il terzo figlio. Il loro modello culturale è pericoloso per le donne”, ha concluso.