Scambio di accuse tra gli 007 di Kiev e Mosca per l’omicidio di Darya Dugina. Nelle ultime ore i servizi di sicurezza russi dell’Fsb hanno diffuso un video che mostra i movimenti di Natalia Vovk, la donna ucraina indicata come l’assassina della figlia di Alexander Dugin ritenuto l’ideologo di Vladimir Putin.
“Come si evince dal video – scrive la Tass – la donna, insieme alla figlia, è entrata in Russia il 23 luglio dopo un check doganale. Il video mostra anche filmati di lei che entra nel condominio di Dugina. E anche mentre lascia la Russia per l’Estonia: con la figlia viene ripresa al confine alle 12.02 del 21 agosto”.
“La loro auto, come mostrano le immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso, viene perquisita a fondo”, ma la Vovk riesce comunque ad attraversare la frontiera” conclude l’agenzia di stampa russa.
Putin fuori di sé
Difficile dire come stiano davvero le cose. Quel che è certo è che la versione del Cremlino è che la donna apparterrebbe al battaglione Azov, l’ unità militare ucraina considerata dai russi di orientamento neonazista. E per darne prova è stato anche pubblicato online un documento di identità che lo proverebbe. L’atto, almeno secondo esperti occidentali che lo hanno analizzato, potrebbe essere un falso costruito ad arte per indirizzare l’opinione pubblica.
E Putin non ha tardato a commentare l’accaduto rivelando che la donna “sarà inserita nella lista dei ricercati ai fini dell’estradizione” e che il suo è stato “un crimine vile e crudele” che ha spezzato la vita di una “persona brillante e di talento, un vero cuore russo, gentile, amorevole, comprensivo ed aperto”.
Omicidio di Darya Dugina, l’Ucraina nega ogni responsabilità
Una ricostruzione che le autorità ucraine smentiscono con forza. Anzi secondo il governo di Kiev la Russia farebbe bene a considerare la pista del terrorismo interno. In paritcolare quella legata agli ambienti nazionalisti e dei servizi deviati che sarebbero scesi in campo per costringere Putin a rivedere le proprie politiche.