Il cambiamento climatico presenta il conto. Tra le Regioni del Centro Nord in balia di bufere e nubifragi e quelle del Sud travolte da temperature da bollino rosso, la crisi climatica non dà tregua all’Italia.
Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha chiesto lo stato d’emergenza regionale della durata di sei mesi. Sulla stessa scia, anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, dopo la caduta di frammenti dal campanile di San Marco, e il governatore della Liguria, Giovanni Toti.
Bombe d’acqua e nubifragi
In Emilia-Romagna, intanto, a Ferrara non si placano le violente bombe d’acqua e downburst che hanno divelto tetti e sradicato alberi e segnaletica stradale.
Continuano, poi, gli allagamenti che stanno devastando le campagne di Massa Lombarda e i frutteti di Faenza. A Bologna, i temporali di ieri si sono connotati per un’intensa attività elettrica che ha provocato un guasto ai sistemi di gestione della circolazione ferroviaria, fortemente rallentata.
I treni di Alta Velocità, Intercity e Regionali hanno cumulato ritardi fino a 150 minuti. Grandinate a chicchi grossi e temporali, ancora, si sono abbattuti su Rimini, allagando strade e danneggiando auto.
A Montescudo-Montecolombo, la grandine ha distrutto coltivazioni e piante di ulivo. La stessa sorte è toccata ai filari di nettarine pronte al raccolto a Prada di Faenza. In Toscana, invece, al giardino di Boboli a Firenze, il vento ha fatto cadere alberi ottocenteschi facendo disperdere famiglie di api sulla montagna massetana.
Spazzando via vigneti e uliveti, il maltempo ha cancellato parte del patrimonio agroalimentare e del paesaggio toscano. A Massa Carrara, Coldiretti ha segnalato che le impetuose raffiche di vento e le piogge stanno decimando le coltivazioni.
Allarmi inascoltati
“Dalla viticoltura de Candia con interi filari di grappoli ‘strappati’, dalle viti ormai pronte per essere vendemmiate all’olivicoltura e alla frutticoltura”, il maltempo sta compromettendo la prossima annata già gravata dalla siccità.
Sull’avvicinarsi di questi problemi lancia l’allarme da tempi non sospetti l’Anbi, l’associazione nazionale dei consoirzi di bonifica. Secondo il Direttore generale, Massimo Gargano, “per quanto paradossale possa sembrare, la siccità è il prologo ad una stagione ad alto rischio di frane e alluvioni”.
Rimarcando l’inadeguatezza della rete idraulica del Paese di reggere a fenomeni atmosferici sempre più violenti, Anbi ha criticato gli esecutivi nazionali incapaci di fornire strumenti validi per fronteggiare il cambiamento climatico, ricordando di aver realizzato un Piano di efficientamento rimasto “finora inatteso”.
E la situazione non fa altro che precipitare: in appena sei mesi, sono stati 132 gli eventi climatici estremi in Italia. Si tratta del numero più alto nella media annua dell’ultimo decennio.
“Il 2022 in fatto di eventi climatici estremi è da codice rosso”, ha spiegato il presidente di Legambiente, Stefano Cifani. E ha ammonito la classe dirigente italiana: “Chi si candida a governare il Paese per i prossimi 5 anni dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica, una delle principali emergenze planetarie che rischia di mettere in ginocchio l’intero Pianeta”.
E c’è chi pensa al nucleare
Ma il mondo della politica italiana sembra più confuso che mai sulle questioni ambientali. In Italia, mentre i partiti di destra e in parte anche il Pd rinviano il discorso climatico, in piena campagna elettorale, Silvio Berlusconi ha svelato il catastrofico progetto di Forza Italia per risolvere il problema dell’approvvigionamento energetico.
In caso di vittoria, infatti, il Cavaliere è pronto a investire nel nucleare di quarta generazione ponendosi in contrasto con gli inviti di Legambiente che sollecita il prossimo esecutivo a lavorare a misure innovative, cambiamenti strutturali e investimenti in tecnologie pulite adottando un “piano nazionale di adattamento al clima non più rimandabile” e aggiornando il PNIEC ai nuovi obiettivi europei di riduzione di gas climalteranti del RepowerEU. “Se non si interviene al più presto”, ha detto Ciafani, “rischiamo nei prossimi anni sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia di sprecare le risorse del Pnrr”.