Salario minimo, Carlo Calenda ci ripensa. Certo non è la prima volta che gli capita (vedi l’accordo con il Pd stracciato 48 ore dopo averlo sottoscritto), ma l’inversione ad U su uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, che fino a qualche tempo fa contestava, è sicuramente una sorpresa.
Calenda apre al salario minimo
“Nessuno dovrebbe lavorare per meno di 9 euro l’ora”, si ravvede il leader di Azione durante la presentazione del programma elettorale della sua lista, contraddicendo le sue precedenti dichiarazioni sul tema.
Sul salario minimo “io sono d’accordo, ma deve essere fissato con criteri trasparenti da una commissione indipendente che lo decida su basi oggettive e non per fare campagna elettorale”, diceva il 10 giugno arrivando al Salone del Mobile a Milano.
“Il rischio mortale – aggiungeva – è che il Movimento 5 stelle, il Pd e altri si mettano a dire che il salario minimo è di 9, 15 o 25 euro, provocando poi una disoccupazione di massa”.
Concetto poi ribadito con un tweet a fine luglio: “Salario minimo, ma non stabilito nell’entità dalla politica”.
Salario minimo a 9 euro l’ora
E adesso? Dopo aver a lungo criticato la proposta del Movimento 5 Stelle (“Ci manca solo Casalino che decide il valore del salario minimo), Calenda finisce per andare a parare proprio sulla stessa proposta.
“Siamo per il salario minimo e la cancellazione delle false cooperative. Nessun lavoratore dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora”.
Stai a vedere che questi 5 Stelle non sono poi così incapaci come li dipinge Calenda.