Come funziona la legge elettorale con la quale gli italiani dovranno votare a settembre? Regole, soglia di sbarramento e caratteristiche del Rosatellum.
Rosatellum, come funziona la legge elettorale?
La legge elettorale che regolerà le prossime elezioni politiche del 25 settembre sarà, analogamente a quanto avvenuto nel 2018, il Rosatellum. La legge elettorale prende il nome da Ettore Rosato che, all’epoca dell’approvazione del testo, militava tra le file del Partito democratico (oggi è in Italia Viva). Il Rosatellum si configura come un cocktail che combina sistema maggioritario e proporzionale. Il sistema maggioritario porterà all’elezione di 147 deputati e 74 senatori per i collegi uninominali, assegnati al candidato che ottiene più voti. La particolarità della legge, quindi, spinge i partiti a dare vita ad alleanze in quanto riuscire ad accaparrarsi un collegio in solitaria appare particolarmente difficile se non addirittura impossibile. Con il sistema proporzionale, invece, vengono scelti altri 245 deputati e 122 senatori.
Con l’entrata in vigore della riforma promossa dal Movimento 5 Stelle sul taglio dei parlamentari che ha ridotto i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200, aumentano le difficoltà rispetto alla formulazione delle liste di ogni partito.
Intanto, il rischio che accompagna le nuove elezioni politiche di settembre riguarda il ripresentarsi dello scenario che si è palesato nel 2018, anno in cui si votò per la prima volta con la legge promossa da Rosato. Da quell’esperienza di voto, è derivata un’instabilità politica tale da tenere in stallo il Paese per quasi tre mesi. Ci vollero 80 giorni per dare vita al governo giallo-verde composto da Movimento 5 Stelle e Lega: primo di tre esecutivi che si sono susseguiti in poco più di quattro anni.
Come si vota, soglie di sbarramento e premio di maggioranza
Per quanto riguarda gli elettori, il voto è unico e viene assegnato alla lista. È necessario, inoltre, riportare il candidato uninominale collegato a quella lista. I partiti possono presentarsi da soli o in coalizione. I seggi da eleggere con il proporzionale, invece, presentano liste bloccate. Se l’elettore vota solo il candidato del collegio uninominale e questo è collegato a più liste, il voto viene distribuito pro quota tra le diverse liste che lo sostengono. A questo proposito, il costituzionalista e deputato del Pd, Stefano Ceccanti, che ha preparato il dossier ha spiegato che “il totale dei voti attribuiti alle liste e il totale dei voti attribuiti ai candidati ad esse collegati devono essere identici”.
Per la parte proporzionale, i seggi sono suddivisi tra le liste e le coalizioni che superano il 3%. Per la Camera, il calcolo avviene su base nazionale mentre al Senato il calcolo è regionale.
I candidati possono presentarsi per una sola Camera del Parlamento: in un solo collegio uninominale e fino a 5 collegi del proporzionale.
Ogni lista ha uno sbarramento del 3 per cento: se non viene superata la soglia, non otterrà seggi. Nel caso delle coalizioni, invece, lo sbarramento è del 10% con almeno una lista che abbia superato il 3%.
Infine, all’estero, si vota con il proporzionale e le preferenze.
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