È chiamata materia oscura quell’ipotetica componente non direttamente osservabile, in quanto, diversamente dalla materia conosciuta, non emette radiazione elettromagnetica ma si manifesta esclusivamente attraverso effetti gravitazionali. Complicato, ma non tanto. Esiste ma non si vede. E rappresenta il 90 per cento dell’Universo. E quindi il 90 per cento dell’Universo è sconosciuto e invisibile. Come noi stessi. O no?
Per la rubrica “Momento Sabbatico” oggi Virginia Saba intervista l’archeologo Umberto Broccoli
Cominciamo da questa definizione perché c’è una frase di Umberto Broccoli, nostro terzo ospite di Momento Sabbatico, che ci permette di entrare dritti in una questione. “Non riesco a concepire una vita governata dalla materia. Basta vedere come nasce un fiore, o lo spettacolo di un’alba”.
Sembra il verso di una canzone di Franco Battiato per il quale Broccoli, autore e conduttore televisivo e radiofonico, padre di quella meravigliosa trasmissione “Con Parole mie” nella quale mischia Baglioni e Catullo, Mina e Properzio, Ulisse e Ginevra, e così via, ha scritto pure una canzone. Va oltre l’amico cantautore, perché il ricordo lo commuove troppo. E fa male. Come fa male la bellezza quando è troppo intensa.
“I versi più belli che siano mai stati scritti forse sono quelli che Petrarca dedica a Laura quando lei muore a causa della peste: “Pallida no, ma più che neve bianca/che senza venti in un bel colle fiocchi/parea posar come persona stanca/Quasi un dolce dormir ne’ suo’ belli occhi/sendo lo spirto già da lei diviso/era quel che morir chiaman gli sciocchi/Morte bella parea nel suo bel viso”.
È il trionfo dell’endecasillabo sulla morte. Una delle alchimie più sorprendenti dell’umanità. “Ricordo che entrambi erano sposati, con due figli. Insomma, era un amore clandestino. Come Lancillotto e Ginevra. L’amore non è eterno. L’amore è impossible”. E viene alla mente il dipinto di Tiziano Vecellio esposto a Galleria Borghese, “Amor sacro e amor profano” nel quale un angioletto al centro delle due donne (sacra e profana ma identiche nel volto) confonde le acque le sarcofago. Come a voler dire: forse non c’è differenza tra ciò che si deve fare per dovere e ciò che invece è smosso senza controllo dalla passione. Esistono entrambi, e sono forti. Apollo e Dionisio.
“D’altronde la felicità è di attimi, momenti stravaganti. Anzi, felicità è prima, prima che le cose siano ciò che devono essere”. Come la nostalgia per le cose non ancora successe, scrive Chiara Gamberale nel suo ultimo romanzo. “Se dovessi consigliare un libro in questo momento mi viene in mente “La storia infinita” di Michael Ende, nel quale il Nulla divora ogni cosa. E non c’è nulla di più attuale di questo”, dice Broccoli, archeologo e fino a poco tempo fa Sovrintendente dei Beni Culturali di Roma.
La soluzione ce la offre un bambino dal nome assurdo: “Astrolabio, figlio dell’amore impossible tra Abelardo ed Eloisa”. Un modo per dire figlio mio guarda sempre le stelle e mai alla polvere. “Siamo nel 1100 a Parigi, lui insegna logica e cerca di dire a tutti che la fede si può spiegare con la ragione. Lei si innamora della sua eloquenza, ma poi vengono travolti dalla passione. L’epistolario tra i due è meraviglioso. Eloisa è donna e coraggiosa, nonostante sia più giovane di lui di 22 anni. Lui si dimostra immaturo e rinuncia all’amore di Eloisa, ma per cosa?”.
Per ricerche e riflessioni che vanno avanti dal principio e che mai arriveranno a una fine. E torniamo alla materia oscura. Davvero la ragione spiega ogni cosa? “Il dipinto di Caspar David Friedrich il Viandante rappresenta un uomo di spalle che osserva l’infinito, il mistero dell’esistenza tra vette altissime e nuvole. E prova con il suo corpo a dominarlo. Così fa l’uomo”, dice Broccoli. “Forse ci vorrebbe meno Ciceron a scuola per i ragazzi e più “Catullo”.
Meno grovigli politici incomprensibili e più lirica. Di quella che apre il cuore e insegna ad ascoltarsi e dir qualcosa di proprio invece di “perdersi in esegesi di esegesi”. Tanto comunque la malinconia non se ne va, sopratutto quando vivi qualcosa di bello. “Felicità è prima”.
Ora dovrebbe sentirsi un soffio di vento, come in “Parole mie”, per incorniciare questo bel Momento Sabbatico con Umberto Broccoli. “Invece penso che ascolterei “Se telefonando” di Mina, scritta da Costanzo con musica di Morricone che rimase colpito dal suono della polizia di Marsiglia. Un amore appena nato già finito”. E sì, felicità è prima.
Vedi anche: Momento Sabbatico. Massimiliano Ossini e la lezione della natura