Entra in vigore oggi il regolamento Ue per la riduzione dei consumi di gas, il cosiddetto piano di razionamento che prevede il taglio del 15% dei consumi, ma con deroghe per diversi Paesi, tra cui l’Italia.
In questi mesi gli Stati membri sono chiamati a ridurre del 15% i consumi di gas
Si tratta del piano su cui il Consiglio Affari Energia ha trovato l’accordo politico lo scorso 26 luglio, finalizzandola però solo venerdì scorso, col voto contrario di Polonia e Ungheria. Il regolamento pubblicato ieri nella Gazzetta ufficiale europea ha valenza retroattiva, perché tiene conto del periodo partito già l’1 agosto.
In questi mesi gli Stati membri sono chiamati a ridurre del 15% i consumi di gas. Questa riduzione è volontaria, ma diventa obbligatoria nel caso in cui il Consiglio Ue decreti l’allerta energetica. In realtà, il 15% è il tetto massimo di riduzione che è stato richiesto. Infatti, ci sono una decina di Paesi, tra cui l’Italia, che possono sfruttare una serie di deroghe che fanno scendere mediamente il taglio obbligatorio di 8 punti percentuali. Ma cosa cambia dal punto di vista pratico?
In Italia lo prevede il decreto bollette che impone di abbassare l’aria condizionata negli uffici pubblici massimo a 21 gradi in estate, mentre il riscaldamento non deve superare i 27 gradi in inverno, tenendo già conto dei due gradi di tolleranza. Inoltre, è stato imposto l’uso di dispositivi per affievolire l’intensità luminosa notturna per le luci esterne dei palazzi pubblici.
Il nostro Paese non dispone però di un vero e proprio piano per rispondere alla crisi del gas nonostante sia tra i Paesi della Ue più dipendenti dal gas russo – con circa il 40% delle forniture dell’anno scorso.