Alessandro Di Battista ha deciso di non candidarsi e in un video messaggio ha chiarito le sue posizioni. Tanti gli attacchi al Movimento, così come ai singoli, in particolare a Beppe Grillo. L’unico che si salva è il leader Giuseppe Conte.
Alessandro Di Battista non si candida e attacca il M5S: “Non mi vogliono”
Alessandro Di Battista, come il portavoce di Conte, Rocco Casalino, ha deciso di non candidarsi e non partecipare alle parlamentarie del Movimento del prossimo 16 agosto. Nella mattinata di martedì 9 agosto, è arrivato il video messaggio pubblicato sui social motivando la sua scelta di non candidarsi. “Ciao a tutti, in questi giorni in molti si sono espressi su una mia eventuale candidatura. Ho letto i vostri commenti e vi ringrazio per i suggerimenti e per la vostra stima. In questi giorni ho fatto tutti i passaggi che consideravo necessari per prendere una decisione approfondita. Come potete immaginare non è stato facile. Non ritengo ci siano le condizioni per una mia candidatura alle prossime elezioni politiche e vi spiego perché. Buona giornata a tutti”.
Nel video messaggio, è emerso chiaramente un attacco al Movimento: “Ho parlato con Conte e ho compreso che ci sono molte componenti nell’attuale M5s che non mi vogliono”, ha detto. “Da Beppe Grillo passando per Roberto Fico: non mi vogliono, per una serie di ragioni”. Dall’attacco di Di Battista si salva però il leader Giuseppe Conte: “Il più disponibile è stato Giuseppe Conte che è stato la persona più onesta e più corretta con me”, ha detto l’ex deputato. “Abbiamo avuto una interlocuzione molte leale, lo ringrazio. Per me è un galantuomo. Non mi ha mai mancato di rispetto. Credo che abbia veramente a cuore gli interessi del Paese”.
Stoccata a Grillo: “Sotto di lui non ci sto”
Nelle sue parole poi ecco una stoccata a Beppe Grillo: “Politicamente oggi non mi fido di Beppe Grillo, che ancora in parte fa da padre padrone. E io sotto Grillo non ci sto”. Inoltre, Di Battista ha voluto chiarire che “se non ci sono le condizioni, se lo stesso garante non ti vuole e non è riuscito a prendersi le proprie responsabilità politiche, non posso firmare una fiducia in bianco al Movimento“. E “per rientrare nel Movimento e ricandidarmi è giusto che io pretenda determinate cose: e non sono poltrone, ma garanzie politiche. In questo momento, con Grillo che ancora non ha fatto un passo di lato queste garanzie non ci sono”.
Infine, Di Battista ha ricordato e ripreso alcuni problemi avuti in passato con il Movimento: “Non mi hanno permesso di fare il capo politico tanti esponenti del M5s, praticamente tutti. Ricordo una riunione che ebbi con Luigi Di Maio a casa di Manlio Di Stefano. Luigi mi disse: non ti mettere contro di noi perché siamo di più. Io poi mi ci sono messo, perché non mi interessava essere da solo ma condividere le mie idee. E guardate che fine ha fatto pure Di Maio…”.