Giuseppe Conte non vuole tradire i toni pacati che hanno sempre contraddistinto la sua persona ma se adesso gli danno del “barricadero”, dice a L’aria che tira Estate (qui il video), è perché il M5S di cui è leader non ha nessuna intenzione di indietreggiare sui suoi valori e principi.
M5S, Conte: “Vorrei rassicurare tutti: sono sempre io, la persona seria e responsabile conosciuta durante i periodi più duri, come quelli della pandemia”
“Vorrei rassicurare tutti: sono sempre io, la persona seria e responsabile conosciuta durante i periodi più duri, come quelli della pandemia. Ora ho un altro ruolo ma vi assicuro che conservo il senso di responsabilità, i principi e i valori che professiamo. Io continuo nel mio impegno pubblico per i bene dei cittadini.
Forse l’aspetto ‘barricadero’ che mi viene attribuito” è riconducibile al “mio essere intransigente sui principi e valori: su quelli non negozieremo”. È con questo stesso spirito che mette in chiaro a chi intende dialogare col Movimento che i pentastellati non si presteranno a strumentalizzazioni di sorta. Sinistra Italiana e Verdi non hanno ancora deciso se andare con il duo Letta-Calenda o se provare ad aprire a un accordo col Movimento.
“Per noi quel che conta sono le nostre misure, noi non transigiamo sul programma. Oggi però ho visto che Bonelli ha fatto delle dichiarazioni non adeguate: mettere in discussione le nostre battaglie sulla transizione ecologica non è possibile, anche quando eravamo al governo con la Lega. Bonelli non deve usarci per negoziare con il Pd…”, punge l’ex premier Giuseppe Conte.
Conte mette poi in guardia dalle destre che rappresentano una minaccia e un pericolo
Conte mette poi in guardia dalle destre che rappresentano una minaccia e un pericolo. “Ho letto di una loro soluzione che fa ricorso all’intelligenza artificiale per tirare fuori un elenco dei giovani” che “verrebbero multati se rifiutassero offerte di lavoro, anche se sottopagate e a pessime condizioni”.
Si tratta di soluzioni degne “di uno Stato totalitario”, dice Conte. Successivamente postando un tweet in cui la leader di Fdi propone più assunzioni e meno tasse per far ripartire il Paese l’ex premier commenta: “Cara Giorgia, questa l’ho già sentita. Anzi, l’ho già fatta. Con gli sgravi alle imprese per assumere giovani, donne e con ‘’decontribuzione Sud’’, inseriti nell’ultima Manovra del Conte II, circa 1,8 milioni di persone hanno ottenuto un lavoro. Ah già: tu non l’hai votata!”.
Il leader M5S è tornato a sparare a zero sull’ammucchiata di Enrico Letta
L’avvocato torna quindi a sparare a zero sull’ammucchiata di Enrico Letta. “Il problema del Pd non è il Pd. In questo momento c’è da capire come un fronte che va da Carfagna a Gelmini, da Calenda a Speranza e con buone probabilità anche con Bonelli e Fratoianni, si darà un programma e quale programma avrà. Apparentemente marciano uniti ma sono divisi su tutto, il voto utile è al M5S”. Poi c’è il capitolo Alessandro Di Battista.
“Ci siamo sentiti, ora ci risentiremo ancora, c’è una conversazione franca e sincera e scioglieremo la riserva” su una sua possibile candidatura nelle file del M5S. “Se lui vorrà rientrare… ma dobbiamo discuterne”. E si dice convinto che l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, continuerà a lavorare per il M5S anche a fine mandato. In giornata scoppia un piccolo caso su Stefano Buffagni.
In un lunghissimo post l’ex sottosegretario e deputato di peso del M5S non risparmia critiche al Movimento, dichiara di voler restare in politica ma non scioglie le riserve sul suo futuro, se dentro o fuori il M5S. “Non lascio di certo la politica. Quella con la P maiuscola, non quella di inetti ed incapaci che pensano solo a come restare incollati a delle poltrone che sono la droga per vuoti nell’anima”, scrive nel post.
“Uno non vale l’altro, e questo continuerò a ribadirlo sempre e ovunque”, dichiara ancora, sostenendo che sono stati fatti errori. “Sono state scelte persone sbagliate nei posti sbagliati che hanno rovinato parte del grande lavoro che comunque abbiamo realizzato”. Anche se poi alle agenzie chiarisce che “non è uno zombie” secondo la definizione che Grillo ha dato a quanti hanno lasciato i Cinque Stelle.
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