L’esercito cinese ha sparato missili balistici verso lo Stretto di Taiwan, poco dopo l’inizio delle grandi esercitazioni militari in tutta l’isola, lanciate dalla Cina dopo la partenza della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi.
Alta tensione tra Cina e Taiwan dopo la visita a Taipei della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi
A Pingtan, isola cinese situata vicino all’area interessata dalle manovre cinesi, le più grandi mai compiute finora, alcuni giornalisti della Afp, secondo quanto riporta la stessa agenzia francese, hanno visto sparare diversi proiettili nei pressi di installazioni militari diretti verso il mare e seguiti da pennacchi di fumo bianco.
Il ministero della Difesa di Taiwan, poco dopo, ha confermato il lancio di “diversi missili balistici” da parte dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) a partire dalle 13.46 locali (le 7.46 in Italia) nelle acque nordoccidentali e sudoccidentali dell’isola. In risposta, le forze armate di Taipei hanno attivato i sistemi di difesa.
Il colonnello Shi Yi, portavoce del Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione, ha comunicato che la Cina ha “revocato il controllo marittimo e dello spazio aereo al largo della costa orientale dell’isola di Taiwan” con la riuscita delle manovre di lancio missilistiche che “hanno colpito con precisione tutti gli obiettivi”. Pechino ha riferito che le attività sull’area di mare predeterminata al largo di Taiwan hanno permesso di “testare le capacità di attacco di precisione e di blocco dell’area. L’intera missione di addestramento al lancio di munizioni vere è stata completata con successo”.
Taiwan: “Non vogliamo l’escalation, ma non arretreremo quando si tratta di sicurezza e sovranità”
“Non vogliamo l’escalation, ma non arretreremo quando si tratta di sicurezza e sovranità” afferma, in un tweet, il ministero della Difesa di Taiwan in risposta all’avvio delle esercitazioni annunciate della Cina, in rappresaglia per la visita a Taipei di Nancy Pelosi.
L’esercito cinese, come confermato da un comunicato del comando orientale dell’Esercito popolare, aveva già sparato nello stretto di Taiwan durante visita della Pelosi. Il ministero della Difesa di Taipei ribadisce di “rispettare il principio di prepararsi alla guerra senza volerla”, mentre il ministero degli Esteri esorta la comunità globale a chiedere alla Cina di fermare le attività militari.
La visita della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi a Taipei, ha la portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo di Pechino, Ma Xiaoguang, “non è una difesa della democrazia e della libertà, ma una provocazione e una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina”. Pertanto, mentre sono in corso le maxi manovre militari intorno all’isola di Taiwan, “prendere le contromisure necessarie è una mossa giusta”. La collusione con forze straniere, ha aggiunto Ma, porterà Taiwan alla “auto-distruzione” e “nell’abisso del disastro”.
Il governo di Taiwan ha informato, attraverso l’Ufficio marittimo e portuale di Taipei, che la Cina ha aggiunto un’altra area di interdizione per le sue manovre militari nelle acque orientali dell’isola, portando il totale a quota sette. Secondo le autorità di Taiwan la durata delle “manovre militari mirate” dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) sono state estese da domenica 7 agosto a lunedì 8 fino alle 10.
La visita di Nancy Pelosi a Taiwan ha reso incandescenti i rapporti tra Washington e Pechino
La visita di Nancy Pelosi a Taiwan, in appena 20 ore, ha reso, dunque, incandescenti i rapporti tra Washington e Pechino. La speaker e la leader taiwanese, Tsai Ing-wen, hanno avuto un colloquio a porte chiuse, seguito da un punto stampa durante il quale la presidente della Camera americana ha spiegato di essersi recata sull’isola “per chiarire in maniere inequivocabile” che gli Stati Uniti sono determinati a rispettare l’impegno preso nei confronti di Taipei. Rievocando le parole del presidente americano Joe Biden, Pelosi ha ribadito che gli Usa intendono “preservare la democrazia a Taiwan e in tutto il mondo”.
Tensioni tra Cina e Taiwan, Pechino accusa gli Usa: “Continuano ad aumentare le tensioni”
“Sono gli Stati Uniti che hanno provocato i guai, la crisi e che continuano ad aumentare le tensioni”, ha affermato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, commentando con toni aspri il comunicato congiunto del G7 che ieri ha chiesto a Pechino di evitare una “aggressiva attività militare” per il rischio di una “escalation non necessaria” e di “non cambiare unilateralmente lo status quo con la forza”. La palese provocazione Usa, con la visita a Taipei della speaker della Camera Nancy Pelosi, per Wang Yi “ha creato un pessimo precedente se non viene corretto e contrastato”.