Un giorno, neanche troppo lontano, potremmo trovarci a fare i conti con disastri climatici sempre più catastrofici che potrebbero trasformare la Terra in un luogo ostile ad ogni forma di vita, come in seguito a una guerra nucleare su scala globale. E in cima alla lista delle possibili cause c’è il cambiamento climatico antropogenico, cioè quello attribuibile all’azione dell’uomo.
Secondo gli esperti il rischio di una catena di disastri climatici è pericolosamente sottoesplorato
Un gruppo di scienziati, in uno studio appena pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, sostiene, infatti, che il rischio di una catena di disastri naturali dovuti al riscaldamento globale, oltre a essere molto concreto, è tuttora “un argomento pericolosamente sottoesplorato” dalla comunità internazionale.
Gli esperti invitano tutti a considerare il peggio per prepararsi meglio e sostengono che finora è stato fatto troppo poco nello studio – ma anche nella prevenzione – dei meccanismi che potrebbero portare a rischi “catastrofici” e “irreversibili” per l’umanità.
In futuro gli incrementi di temperatura potrebbero essere peggiori del previsto
Luke Kemp, del Center for the Study of Existential Risk di Cambridge, sostiene, ad esempio, che in futuro gli incrementi di temperatura potrebbero essere peggiori del previsto – ben oltre gli 1,5 gradi fissati nell’accordo di Parigi nel 2015 – e, dunque, provocare una serie di eventi non ancora previsti.
“È sugli scenari più importanti che conosciamo di meno”, ha scritto l’esperto, avvertendo che i percorsi verso il disastro “non si limitano agli impatti diretti delle alte temperature, come gli eventi meteorologici estremi”. “Effetti a catena come crisi finanziarie, conflitti e nuove epidemie – ha aggiunto Kemp – potrebbero innescare ulteriori calamità e ostacolare la ripresa da potenziali disastri, come la guerra nucleare”.
Più aumenta la conoscenza più diventa necessario tenere conto degli scenari ad alto rischio
Segnali sempre più preoccupanti arrivano dalla ricerca che ha da tempo focalizzato i punti di non ritorno del Clima, come lo scioglimento irreversibile delle calotte polari o la perdita della foresta pluviale amazzonica. Ecco perché – ha spiegato il coautore dello studio e direttore del Potsdam Institute for Climate Impacts, Johan Rockström – più aumenta la conoscenza più diventa necessario tenere conto degli scenari ad alto rischio.
Il team di ricercatori non lancia solo l’ennesimo allarme sul “clima impazzito”, ma propone azioni per aiutare i governi a combattere i “quattro cavalieri” dell'”apocalisse climatica”: carestia e malnutrizione, eventi meteorologici estremi, conflitti e malattie a trasmissione vettoriale.
Gli autori sottolineano, infatti, che i rapporti degli esperti delle Nazioni Unite si sono concentrati principalmente sugli effetti di un riscaldamento compreso tra 1,5 e 2 gradi. Ma le attuali azioni mettono la Terra su una traiettoria di riscaldamento di 2,7 gradi entro la fine del secolo, ben lontana dagli 1,5 gradi previsti dall’accordo di Parigi.
Le acque del Mar Tirreno mai così calde: alle Isole Eolie punte di 30 gradi
Il cambiamento climatico ci riguarda molto da vicino. Le acque superficiali del Tirreno hanno raggiunto in media i 29 gradi e punte di 30 alle Isole Eolie. Secondo i meteorologi si tratta di un’anomalia consistente, perché i picchi toccati sono di poco inferiori a quelli che si registrano nel Mar Rosso, nel Golfo Persico, nel Golfo del Bengala e nel Mar Cinese Meridionale. In questo caso è anche colpa dell’alta pressione, ma è noto che il Mediterraneo, solo negli ultimi vent’anni, ha fatto registrare un aumento medio di oltre 0,5 gradi. E in questo caso è solo per colpa nostra.