Con la stessa velocità con cui i partiti scattano nella corsa al voto, i giornalisti Rai corrono a riposizionarsi in azienda. E così il direttore di Tg2 Gennaro Sangiuliano sul palco della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano, annusando la vittoria di Giorgia Meloni, si sarebbe detto pronto “a sottoscrivere il programma” del suo partito.
Con la stessa velocità con cui i partiti scattano nella corsa al voto, i giornalisti Rai corrono a riposizionarsi in azienda
Almeno a sentire il senatore di FdI, Ignazio La Russa, che rievocando quella manifestazione ha citato “Genny” Sangiuliano tra gli ospiti che vi presero parte e che sono “pronti a sottoscrivere il nostro programma e, perché no, qualcuno sarà anche pronto ad assumersi le responsabilità (di governo, come ministro) se sarà chiamato”.
Così l’Usigrai in una nota ha scritto che “ci saremmo aspettati una risposta da parte dell’azienda. Avevamo chiesto ai vertici di prendere posizione per difendere l’autonomia e l’indipendenza del Tg2, il cui direttore durante la campagna elettorale estende la sua responsabilità anche sugli approfondimenti giornalistici di Raidue. E per la verità nemmeno il direttore Sangiuliano – prosegue la nota – che pure avrebbe ragione di prendere le distanze da chi lo associa tra gli ideologi di un partito, ha fatto nulla per smentire l’onorevole La Russa”.
C’è da dire che non si tratta di un caso isolato. Tanto a destra quanto a sinistra. Così i componenti di Forza Italia della commissione parlamentare di Vigilanza Rai tuonano: “Nei giorni scorsi è stata convocata una riunione di dirigenti apicali della RAI, a capo di strutture di primo piano, sotto la sigla Left wing. Una iniziativa il cui titolo, Ala sinistra, è già di per sé un programma quanto meno nei toni marcatamente politici”.
“Abbiamo presentato un’interrogazione in commissione di Vigilanza – proseguono gli stessi componenti di Forza Italia in Vigilanza Rai – perché vorremmo che l’amministratore delegato Fuortes chiarisse la sua posizione. Era a conoscenza di questa riunione? Fatto salvo il diritto costituzionale di partecipare a libere iniziative che noi abbiamo sempre salvaguardato, appare quanto meno inopportuno che alla vigilia di una campagna elettorale brevissima, che si consumerà prevalentemente in tv, il servizio pubblico si renda protagonista di un’iniziativa siffatta”.