Bene ma non benissimo. Doveva essere la giornata decisiva per presentare le riforme del processo civile e penale. Due tasselli chiave per completare il percorso del Pnrr che prevede scadenze rigide per incassare la seconda tranche dei fondi, i 21 miliardi di euro che arriveranno in Italia se la riforma penale si chiude entro il 19 ottobre e quella civile entro il 26 novembre. Scadenze che non ammettono deroghe.
La riforma del processo penale approderà in Consiglio dei Ministri la prossima settimana.
PACCHETTO SPACCHETTATO
I due decreti attuativi devono ottenere il via libera del consiglio dei ministri, e poi essere esaminati dalle commissioni Giustizia di Camera e Senato per il parere consultivo. Invece la Guardasigilli Marta Cartabia ha presentato solo la documentazione relativa al civile. Sì, perché il Movimento 5 Stelle ha chiesto di visionare con attenzione i testi che sarebbero stati presentati. Così la riforma del penale approderà sui tavoli del Consiglio dei Ministri la prossima settimana.
È evidente che i 5s non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia sulla giustizia. Motivo per il quale chiedono di visionare prima i testi che arrivano a Palazzo Chigi, soprattutto se, come dice la responsabile Giustizia del Movimento Giulia Sarti, “riguardano decreti legislativi che hanno un risvolto politico perché riguardano argomenti fortemente divisivi”.
La Sarti, del resto, già vede “una forzatura clamorosa” nel fatto che all’emanazione dei decreti si stia procedendo “a Camere sciolte”. Di qui una fibrillazione che si placa solo quando, dopo il pre Consiglio, arriva la conferma che il Cdm si occuperà solo del processo civile. Una tensione però solo rinviata alla prossima settimana, quando toccherà al decreto attuativo sul processo penale. Deleghe sulle quali non apre la polemica la responsabile Giustizia della Lega Giulia Bongiorno che pure ha sollevato molte critiche sul penale ma adesso tronca la discussione così: “Noi siamo stati, e saremo, sempre costruttivi”.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro Cartabia, ha approvato, in esame preliminare, due decreti legislativi di attuazione della legge delega di riforma del processo civile e dell’Ufficio per il processo, approvata dal Parlamento il 26 novembre 2021. Gli interventi – che rientrano negli impegni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – puntano a fornire risposte più celeri alle esigenze quotidiane dei cittadini nel rispetto delle garanzie.
Nello specifico per una semplificazione del procedimento civile, la causa deve giungere alla prima udienza già definita nelle domande, eccezioni e prove; si procede con una semplificazione della fase decisoria e tra l’altro con una stabilizzazione delle innovazioni telematiche introdotte durante l’emergenza Covid-19.
Si introduce, inoltre, l’istituto del rinvio pregiudiziale in Cassazione, consistente nella possibilità per il giudice di merito, quando deve decidere una questione di diritto nuova, di difficile interpretazione e suscettibile di reiterazione, sulla quale ha preventivamente provocato il contraddittorio tra le parti, di sottoporre direttamente la questione alla Corte di cassazione per la risoluzione del quesito posto.
Ora che è arrivato il via libera dal Consiglio dei ministri ai decreti attuativi della riforma del processo civile è stato posto un tassello fondamentale per gli obiettivi da raggiungere entro fine anno per il Pnrr. Certo è che ora i decreti attuativi dovranno ricevere l’ok delle commissioni Giustizia di Camera e Senato.