Per Silvio Berlusconi non c’è fretta di scegliere il leader del Centrodestra. Neanche il tempo di iniziare ufficialmente la campagna elettorale, la quale sarà inevitabilmente piuttosto breve, che nella coalizione dei tre tenori è già iniziato il tutti contro tutti.
Per Silvio Berlusconi non c’è fretta di scegliere il leader del Centrodestra
Da un lato c’è Giorgia Meloni che vuole capitalizzare il suo essere stata all’opposizione per l’intera legislatura, dall’altro Matteo Salvini che non vuole mollare lo scettro di re del Centrodestra e Berlusconi che sta cercando il modo per evitare di essere fagocitato dai partner sovranisti.
Insomma una partita di poker in cui gli alleati-avversari non fanno altro che rilanciare le rispettive puntate ma dove nessuno, almeno per il momento, intende chiamare un ‘all in’. Per il momento chi ha puntato di più è stata la leader di Fratelli d’Italia che, spazientita per l’atteggiamento dei colleghi di Lega e Forza Italia, ha lanciato quello che in molti hanno definito un ultimatum in quanto, se non si deciderà subito il capo della coalizione, allora i meloniani faranno i bagagli e andranno alle elezioni da soli.
Il Cav risponde all’ultimatum di Giorgia Meloni: Il premier si decide a urne chiuse
Peccato che formalmente non si tratta di un ultimatum visto che non c’è alcuna scadenza e la cosa non è passata inosservata al Cavaliere e ai suoi fedeli scudieri come Antonio Tajani che, convinti di essere davanti a un bluff, continuano a far finta di niente e a prendere tempo. Proprio Berlusconi, in risposta all’aut aut di Giorgia, ha fatto orecchie da mercante e al Corriere della Sera ha rivelato che quello della leadership “è un tema che non mi appassiona”.
Detto da colui che ha lanciato proprio questo concetto nella politica italiana, personalizzandola all’estremo, non può che far sorridere. Eppure lo ha detto davvero e ha aggiunto che “non credo appassioni neanche gli italiani”, inoltre “non mi sembra che a sinistra abbiano indicato alcun candidato”.
Punto, questo, su cui non si può che dargli ragione ma ciò dipende sia dalla differente organizzazione della coalizione guidata dal Pd, la quale da decenni ricorre al sistema delle primarie a differenza del Centrodestra dove vige la legge del più forte, che dal fatto che – al momento – il Centrosinistra non esiste neanche e nemmeno si sa se e come verrà creato.
Insomma Silvio Berlusconi non soltanto sta provando a sminuire l’importanza della questione posta dalla Meloni, ma poco dopo sembra quasi prendersene gioco raccontando che come presidente del Consiglio vanno bene praticamente tutti.
“Giorgia Meloni sarebbe un premier autorevole, con credenziali democratiche ineccepibili, di un governo credibile in Europa e leale con l’Occidente. Allo stesso modo lo sarebbero Matteo Salvini, o un esponente di Forza Italia” conclude Berlusconi. Parole che sicuramente non hanno fatto piacere alla Meloni ma che in compenso hanno ridato coraggio al segretario della Lega che, apparentemente in balia degli eventi, una volta si fa trascinare dalla leader di FdI e l’altra dall’omologo di Fi.
Così ha preso la palla al balzo che gli ha inviato il Cavaliere e ha spiegato: “Inviterò Meloni e Berlusconi a confrontarci in questi sessanta giorni solo sui temi, sull’idea di Italia, di Scuola, di Ambiente, di Giustizia”.
“Il Centrodestra è finalmente compatto dopo tre anni, abbiamo un’idea di Italia diversa rispetto a quella della sinistra, passare le giornate a discettare sulla leadership, sui collegi, sulle candidature mi sembra veramente tempo perso” ha concluso Matteo Salvini. Insomma Giorgia Meloni se ne dovrà fare una ragione perché per ora nessuno dei suoi alleati intende accontentarla.
Guerra pure al Pirellone
Intanto a riprova di come il Centrodestra sia diviso anche nei territori, c’è lo scontro con annessa resa dei conti in Lombardia tra il presidente Attilio Fontana e la vicepresidente Letizia Moratti. Il nodo del contendere sono le prossime elezioni regionali per le quali i due sono in rotta di collisione con il primo deciso a ricandidarsi e la seconda che ha dato “la disponibilità” a sfidarlo.
Per questo ieri tra i due sono volati gli stracci con Fontana che ha detto che “se si sente a disagio ci sono tante opportunità”. Poi in merito alla candidatura della sua vice l’ha sferzata aggiungendo che “bisogna capire dove eventualmente intende schierarsi: nel Centrodestra, nel Centrosinistra, nel Centro”.
Parole a cui ha risposto a distanza la Moratti auspicando “un chiarimento col Centrodestra. Credo sia doveroso e urgente”. per poi aprire ad una sua possibile candidatura in altri schieramenti: “Mi sono sempre considerata al servizio dei cittadini, il mio è un impegno civico. Non vedo steccati ideologici”. Insomma tanto nel nazionale quanto nelle regioni, il Centrodestra si conferma sempre una polveriera.
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