Il M5S? Unica alternativa “credibile” dinanzi alle altre due – coalizione “draghiana” e centrodestra a trazione meloniana – che sembrano solo “cartelli elettorali che puntano a difendere poltrone ed equilibri di potere”. Col risultato che per il Pd, se veramente dovesse allearsi con Calenda e compagnia, “si farebbe fatica a riconoscerlo come un partito di centrosinistra”, mentre la Meloni giocherà sulle paure perché è l’unico spauracchio “che gli rimane per raccogliere qualche voto ideologico”. Parola del deputato M5S e volto noto pentastellato, Francesco Silvestri.
“Sarà un autunno duro e questo le persone lo sanno – aggiunge il parlamentare – Immagino quindi che i cittadini presteranno molta attenzione alla sostanza delle proposte e alla credibilità dei personaggi che le indicheranno”.
Da una parte la destra a trazione meloniana, dall’altra la coalizione “draghiana”. In cosa vi distinguerete?
Intanto nella credibilità. La coalizione draghiana si basa su un’agenda che nessuno ha capito. Al momento sembra solo un cartello elettorale che punta a difendere poltrone ed equilibri di potere. La Meloni invece si allea con Forza Italia dopo avergli fatto opposizione per anni al Governo, dopo essersi spaccati sull’elezione del presidente della Repubblica e dopo aver spinto alcuni degli esponenti azzurri di peso a scappare dal partito di Berlusconi. Mi sembrano più incastri elettorali per prendere seggi piuttosto che proposte politiche organiche e coerenti.
Pare, dunque, che il Pd preferisca allearsi con Calenda & C. rispetto al Movimento.
Se venisse certificata l’alleanza con Renzi, Di Maio, Calenda e Brunetta il PD abbandonerebbe anche nell’immagine, oltre che nella sostanza, i temi dell’ambientalismo, della lotta alle disuguaglianze e del pacifismo. Si farebbe fatica, insomma, a riconoscerlo come un partito di centrosinistra, figuriamoci di sinistra. La coalizione ‘a guida Pd’, insomma, andrebbe dall’ex Ministro che ha fatto il Reddito di Cittadinanza a chi lo vuole togliere come Calenda e Renzi. Le persone non sono stupide ed hanno tutti gli anticorpi ormai per riconoscere questo genere di giochi di prestigio.
Non c’è secondo lei rischio di un’accozzaglia tenendo assieme chi ad esempio è favorevole al nucleare (vedi Calenda) con chi invece ha un approccio più green (come i Verdi e la sinistra)?
Sì, proprio come spiegavo riguardo al Reddito di cittadinanza. Non c’è un solo argomento sul quale i protagonisti di questa fantomatica alleanza repubblicana la pensino allo stesso modo. All’interno rischi di trovare tutto ed il contrario di tutto. Così, come unico collante, proveranno a esasperare la paura delle destre perchè questo spauracchio è l’unico che gli rimane per raccogliere qualche voto ideologico.
Vi accusano da più parti però di essere inaffidabili essendo voi “responsabili” della fine del governo Draghi…
Il Movimento 5 Stelle ha sostenuto il Paese in momenti terribili ed ha fatto scelte impopolari dell’ottica della responsabilità. Non abbiamo nulla da dimostrare su questo. Sulle vicende che hanno poi portato alla decisione di Draghi di andare al voto anticipato, noi non abbiamo fatto altro che confermare ciò che era chiaro da mesi, cioè l’astensione già espressa sullo stesso provvedimento sia in Consiglio dei ministri che alla Camera. Nessuno poteva sorprendersi, quindi. Semmai, penso che tutti i partiti abbiano avuto paura di ritrovarsi il Movimento 5 stelle all’opposizione, così hanno provocato col loro strappo la decisione del premier di staccare la spina.
Passiamo alle questioni interne: crede che alla fine ci sarà la deroga sul doppio mandato?
È un tema che non mi appassiona particolarmente però il principio dei due mandati è assolutamente identitario.
Di Battista rientrerà o meno? Se lo augura?
Alessandro è sempre stato un valore importante per questa comunità. Se rientrerà, sono certo che lo farà per dare una mano a vincere le nuove battaglie M5S.
Ultima domanda: cosa risponde a Di Maio che parla di “partito di Conte” e ora dice pure che è di estrema sinistra?
Luigi è evidentemente nervoso perché la sua operazione di “blindatura” di Draghi lo ha buttato giù e rischia davvero di passare come il “Renzi che non ce l’ha fatta”. E stiamo parlando di Renzi, cioè un politico che i sondaggi danno al 2 per cento…