“Se c’è un veto politico su di noi ne prendiamo atto. E dopo le elezioni ciascuno risponderà delle sue scelte. In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini e Orlando qualcuno mette veti su di noi? Per cosa? Forse perché siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creandone il mito di ‘fortissimo riferimento progressista’? Se invece il veto è legato all’astio di Letta per le vicende del 2014, non possiamo farci niente: per noi conta la politica non i rancori personali”. È quanto ha detto al Corriere il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. (qui tutti gli articoli sulle elezioni 2022)
Renzi: “Fossi al posto di Letta sceglierei uno bravo a vincere elezioni che sembravano già perse: Stefano Bonaccini”
E su Letta candidato premier migliore per battere la destra, Renzi aggiunge: “Letta è il segretario del Pd: decida lui. Fossi al suo posto sceglierei uno bravo a vincere elezioni che sembravano già perse: Stefano Bonaccini. Ha preso il voto dei moderati e quello degli estremisti di sinistra e ha fermato Salvini nel momento in cui sembrava impossibile”.
“Bonaccini – aggiunge il leader di Iv – ha fatto meno campagne elettorali di Letta, ma ne ha vinte qualcuna in più. In ogni caso il problema del candidato premier del Pd riguarda solo il Pd: sono uscito da quella casa e rispetterò le loro scelte. E mi tengo la libertà di dire quello che penso e il coraggio di realizzarlo anche quando non ci crede nessuno. Senza questa libertà e questo coraggio Draghi non avrebbe mai governato l’Italia regalandoci 17 mesi di orgoglio”.
Stefano Bonaccini: “Io premier? È un discorso che non conta nulla”
“Io premier” come ha indicato Matteo Renzi? E’ un discorso “che non conta nulla”, ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in collegamento con Morning news su Canale 5. “L’unica cosa che mi auguro – ha aggiunto Bonaccini – è che si possa mettere insieme una coalizione che abbia alcuni capisaldi dal punto di vista programmatico e possa mi auguro partire da coloro che hanno dato la fiducia al governo Draghi qualche giorno fa come perimetro su cui costruire l’alleanza”.
“Io sono tra quelli che non crede basti agitare le spauracchio delle destre per convincere gli elettori – ha spiegato il governatore Bonaccini – seppur vero che se il centrosinistra si frattura e ognuno pensa per sé e non per l’interesse più generare di alternativa a questa destra che ha ben poco di liberare e popolare è vero che quella destra potrebbe fare strike in parlamento e avere addirittura due terzi come qualcuno ha dimostrato”.
“Io credo invece – ha concluso il governatore dell’Emilia-Romagna – che si possa vincere provando a mettere da parte i propri egoismi e mettere insieme un programma per l’Italia che faccia leva sull’europeismo, sull’ambiente, sui diritti civili e sul lavoro e imprese”.
Renzi è poi convinto che è possibile sovvertire i sondaggi che vedono il centrodestra in vantaggio: “Due mesi di campagna elettorale sono pochi, ma possono essere sufficienti a un ribaltone dei sondaggi o a un pareggio che permetta di ripartire da Draghi. Ma bisogna avere le idee chiare sulle scelte. Europa contro sovranismo, lavoro contro sussidi, Industria 4.0 contro Quota 100, Buona scuola contro chi diceva “con la cultura non si mangia”, termovalorizzatori e rigassificatori contro chi diceva no a trivelle e Tap.
E poi il tema decisivo: come si combatte l’inflazione? Diamo soldi a chi non lavora col reddito di cittadinanza ma il problema italiano è che chi lavora guadagna troppo poco. Le famiglie non ce la fanno più! Noi abbiamo fatto gli 80 euro e l’abolizione dell’Irap sul costo del lavoro. Gli altri solo chiacchiere e bonus zanzariere. Spero che i cittadini eleggano i competenti, non i populisti” conclude Renzi.
Zingaretti è pronto a scendere in campo
“La mia candidatura? Dipende molto dal mio partito, io sono a disposizione di un progetto politico poi dipenderà da Enrico Letta, dal gruppo dirigente del Pd” ha detto, invece, il presidente della regione Lazio ed esponente del Pd, Nicola Zingaretti, ospite a Radio Anch’io. “La mia consiliatura è finita nel Lazio dopo due mandati non ci si può ricandidare. Sicuramente combatterò strada per strada e nei posi di vacanza”, ha spiegato il governatore dem.
Letta convoca la Direzione nazionale del Partito Democratico
Intanto domani mattina alle 9 è in programma la Direzione nazionale del Partito Democratico, nella sede del Largo Nazareno a Roma. Saranno trasmesse in diretta streaming la relazione e la replica del segretario, Enrico Letta, sui profili Facebook e YouTube del Pd Nazionale.