L’inflazione sale a +8% a giugno ma per le famiglie meno abbienti l’incremento dei prezzi ha già raggiunto il 9,8%: è quanto indicato dall’Istat.
L’inflazione sale a +8% a giugno ma per le famiglie più povere è già al 9,8%
La crisi di Governo tiene in bilico l’Italia: intanto, i cittadini si ritrovano a dover fare i conti con l’inflazione che sta diventando sempre più pressante e sta mettendo in ginocchio la capacità di spesa delle famiglie. Al momento, aumenta anche la preoccupazione per i conti pubblici nonostante il rinvio delle dimissioni di Mario Draghi da parte di Mattarella abbia congelato lo spread Btp-Bund intorno ai 220 punti.
Nella giornata di venerdì 15 luglio, tuttavia, l’Istat ha confermato la stima preliminare sulla crescita dei prezzi al +8% annuo per quanto riguarda il mese di giugno 2022. Un simile tasso non si registrava in Italia da gennaio 1986 quando raggiunse +8,2%.
L’incremento dei prezzi incide soprattutto sulle famiglie meno abbienti. In questo contesto, per le famiglie più povere che hanno una minore capacità di spesa, l’aumento dei costi è passato da +8,3% del primo trimestre del 2022 a +9,8% del secondo trimestre 2022.
I dati dell’Istat sono stati commentati da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, tramite una nota ufficiale. Dona ha dichiarato: “L’inflazione a +8% significa in media per una famiglia un rialzo annuo di 2.082 euro, 963 per l’abitazione, 396 per i trasporti, 508 euro per mangiare e bere. Ma il record spetta alle famiglie numerose con più di tre figli, con un aggravio pari a 2.978 euro, 827 solo per il cibo”.
I dati dell’Istat su prezzi in aumento e capoluoghi più cari
In considerazione dei dati forniti dall’Istat, l’Unione nazionale consumatori ha redatto una classifica delle città più care d’Italia per quanto riguarda l’aumento del costo della vita.
In classifica, in pole position si trova Bolzano dove è stata registrata un’inflazione annua corrispondente a +9,7% e un incremento della spesa aggiuntiva annua pari a 2.578 euro in media. Seguono Milano a +9% in seconda posizione con un incremento di spesa di 2.443 euro per famiglia media mentre, in terza posizione, c’è Trento a +9% e una spesa supplementare di 2.355 euro annui per famiglia media.
Esaurito il podio, la classifica prosegue con Brescia a +8,5% e +2.241 euro di spesa per famiglia tipo; Bologna a +8,9% e + 2.220 euro di spesa per famiglia tipo; Verona con +2.188 euro di spesa per famiglia tipo; Ravenna a +8,8%, 2127 euro di spesa per famiglia tipo; Padova a +8,6% e +2.002 euro di spesa per famiglia tipo; e Trieste a +8,6% e +1.996 euro di spesa per famiglia tipo. Al decimo posto, Modena a +8,2% e 1.982 euro di spesa per famiglia tipo.
Tra le Regioni più costose, invece, al primo posto c’è il Trentino-Alto Adige con un’inflazione del 9,3% e un aggravio medio a famiglia di 2.417 euro annui. Subito dopo, poi, si trovano la Lombardia a + 8,1% e un aumento annuo della spesa di 2.105 euro; e il Veneto a +8,5% e un aumento annuo della spesa di 1.946 euro. Tra le Regioni che presentano un incremento minore dei costi della vita, ancora, ci sono il Molise a 6,6% e +1.208 euro; la Puglia a +8% e +1.295 euro; e le Marche a +7% e +1.365 euro.