Il premier, Mario Draghi, rassegnando le dimissioni in Consiglio dei ministri non ha mancato di ringraziare i ministri per i “tanti risultati conseguiti”. Ma a noi i conti non tornano. Quello che risulta invece è che tanti sono i dossier aperti e che una crisi di Governo mette a rischio. Si parte dal Pnrr.
Draghi lascia in eredità molte riforme incompiute
Entro fine anno dovranno essere raggiunti 100 obiettivi: ne mancano ancora 55 nella seconda parte dell’anno. E, se si guarda all’intero anno, cresce il numero degli obiettivi ‘quantitativi’: diventano 17 dai 2 del 2021. Sui provvedimenti contro il caro energia la sterilizzazione di 30 centesimi delle accise dei carburanti – dalla benzina al gasolio – scade il 2 agosto.
Poi il prezzo, se non ci sono ulteriori interventi, sarebbe ‘pieno’. Durano solo a fino a settembre e quindi dovranno essere rinnovati per l’ultimo trimestre dell’anno gli interventi sulle bollette di gas e luce, che hanno bloccato gli oneri di sistema.
Poco o nulla è stato fatto sul fronte del sostegno dei redditi. Il Governo ha annunciato per fine luglio un corposo intervento, pur senza fornire dettagli e cifre. Il tema sul tappeto è quello della riduzione del cuneo fiscale. L’ipotesi è che possa arrivare con la manovra di bilancio e che con il decreto di luglio possa essere replicato per un secondo mese il bonus di 200 euro, previsto per dipendenti, pensionati e autonomi. Sul tavolo anche l’ipotesi di una riduzione dell’Iva sugli aumenti dei beni di consumo più necessari.
Al palo sono le riforme. La delega fiscale, col compromesso trovato sul catasto, è in commissione al Senato. E c’è tutta la carovana dei decreti attuativi. L’altra è il ddl concorrenza, dopo il braccio di ferro sui balneari al Senato, ora è all’esame in commissione alla Camera, dove è in corso la prova di forza sui taxi.
L’esame dell’art. 10 del ddl concorrenza, che affronta il tema della liberalizzazione del settore dei taxi, è stato rinviato a lunedì in commissione Attività produttive di Montecitorio, per dare modo all’esecutivo, spiegano fonti parlamentari, di riflettere sulle diverse ipotesi, che vanno dallo stralcio a una riformulazione del testo. Ma ancora si brancola nel buio.
Dopo l’estate toccherà mettere mano alla manovra di bilancio
Dopo l’estate toccherà mettere mano alla manovra di bilancio e con la fine dell’anno scade Quota 102, dopo la quale, se non si dovesse intervenire, scatterebbe la riforma Fornero. Siamo all’anno zero sui temi etici. Lo ius scholae e la cannabis sono calendarizzati per luglio, senza però che sia stata fissata una data, per la discussione in Aula alla Camera. Ma i partiti che compongono la maggioranza sono divisissimi.
I due provvedimenti sono sponsorizzati dall’ex fronte giallorosso ma la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi sono contrari sia alla coltivazione domestica della cannabis sia alla possibilità che gli under18 stranieri possano richiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato le aule scolastiche in Italia per almeno un ciclo di cinque anni. La legge sul suicidio assistito ha incassato a marzo il primo ok della Camera e ora è in commissione al Senato dove però i numeri a favore sono più risicati.
Con la crisi congelati ius scholae, cannabis e doppio cognome
Con una crisi si congela anche la possibilità di legiferare sul doppio cognome così come sollecitato dalla Corte costituzionale che è intervenuta per sancire la possibilità di aggiungere quello materno. In stand-by pure le norme per rivedere l’ergastolo ostativo, ovvero il divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia.