Senato, parità di genere verso l’ufficialità negli ambienti parlamentari e non solo. L’emendamento che potrebbe rivoluzionare il regolamento linguistico è stato approvato ma si aggiunge ad altri che devono ancora essere discussi nei prossimi giorni.
Senato, parità di genere: novità in arrivo
Al Senato ci potrebbe essere finalmente spazio per la parità di genere in termini linguistici. C’è un emendamento proposto dalla senatrice del Movimento 5Stelle Alessandra Maiorino che è passato con parere positivo e quindi c’è una grossa probabilità di entrare ufficialmente nella prossima legislatura.
Altre novità, contenute in emendamenti, sono il numero minimo di componenti necessari per la formazione di un gruppo che passa a 9 dagli attuali 10 senatori, il budget dei gruppi quando un parlamentare cambia casacca (si ripartirà per il 50% al gruppo di provenienza, il 30% a quello di approdo e il 20% al budget del Senato) e la possibilità di chiedere una procedura abbreviata con l’indicazione della data certa di esame in Aula, per alcuni provvedimenti, se così votata dalla conferenza dei capigruppo e dall’Aula stessa
Regolamento linguistico con i nuovi termini: “senatrice” e “ministra”
L’obiettivo dell’emendamento della senatrice Alessandra Maiorino è di aggiungere in tutte le comunicazioni istituzionali – compreso il testo del regolamento – i nomi dei ruoli e funzioni declinate al femminile ad esempio “senatrice” oltre che senatore, “la presidente” o “la ministra”. La discussione potrebbe continuare la prossima settimana anche perché in questi giorni c’è molto fermento sul Decreto Aiuti che potrebbe aprire una crisi di Governo. Al momento, sul tavolo della Giunta restano da esaminare una quarantina di emendamenti sui 90 presentati complessivamente.
Leggi anche: Ius Scholae rimandato, ma la politica è da bocciare