D’intesa con il presidente della Repubblica “il presidente del Consiglio ha tratto la decisione di illustrare in Parlamento – che è la sede propria di ogni risolutivo chiarimento – le proprie valutazioni sull’accaduto e sul da farsi”. E’ quanto scrive il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in una nota diffusa al termine del colloquio con il premier Enrico Letta. Il presidente del Consiglio, si legge ancora, “concorderà la data dei dibattiti con i presidenti delle Camere”. Escluse le dimissioni immediate, quindi, Letta si prepara a chiedere la fiducia in Parlamento. “Il succedersi della giornata odierna – afferma Napolitano al termine dell’incontro, a cui ha partecipato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi – di dichiarazioni pubbliche politicamente significative dei ministri dimissionari di vari esponenti del Pdl e dello stesso presidente Berlusconi ha determinato un clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica”.
Dopo l’incontro
Il premier Letta è arrivato al Quirinale intorno alle 19 di ieri: l’incontro con Napolitano si è protratto per quasi due ore. Dopo il colloquio al Quirinale, il presidente del Consiglio è intervenuto al programma di Rai3 Che tempo che fa, con un collegamento in diretta da Palazzo Chigi. La prima domanda del conduttore Fabio Fazio è stata sull’incontro con Napolitano. “Abbiamo valutato una situazione molto complessa e si è deciso che bisogna andare in Parlamento, mercoledì probabilmente – ha spiegato il premier – e lì ognuno si assumerà le proprie responsabilità con la massima trasparenza. Chiederemo la fiducia sia al Senato che alla Camera”. Per Letta è, al momento, è impossibile fare previsioni: “Ne è successa una al giorno, non so dire cosa succederà nei prossimi tre giorni: non ho intenzione di governare a tutti i costi, sono stato chiaro. La fiducia la chiederò non per tre giorni ma per andare avanti”. Il premier ha poi aggiunto di aver “perso il filo delle vicende politiche e delle posizioni” del Pdl “da alcuni giorni: la cosa migliore è andare in Parlamento e porre le questioni”. Il Presidente del Consiglio ha ribadito di non avere intenzione “di governare a tutti i costi”, ma di dover “valutare se se ci sono le condizioni per avere la fiducia e andare avanti per applicare il programma”. “Non voglio governare come un Re Travicello”, ha detto citando la celebre favola di Fedro ‘Le rane chiesero un re’. Nel suo discorso alle Camere, ha puntualizzato Letta, verranno ricordati “obiettivi” e risultati del governo e nel caso in cui non dovesse ottenere la fiducia sarebbe comunque necessario trovare una soluzione per la legge elettorale, perché “con il Porcellum non si può e non si deve votare”. Il rischio, spiega Letta, è che l’esito del voto “darebbe di nuovo vita alle larghe intese. Al Senato, con questi numeri, sarebbe la stessa cosa”.