La siccità avanza e calano drasticamente disponibilità idriche in tutto il Paese. Secondo Anbi per il fiume Po e il Lazio la situazione è drammatica. C’è un elemento nuovo, che unisce l’Europa continentale e mediterranea: la siccità che, oltre all’Italia, sta colpendo pesantemente Spagna, Francia ed ora anche la Germania.
È quanto emerge dai dati dell’European Drought Observatory, che confermano anche la situazione di grave emergenza, che sta calando sul Lazio. A segnalarlo è l’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, che evidenzia come, in assenza di precipitazioni, sia ora la crescente sofferenza dei laghi a ben rappresentare la condizione di territori ormai vicini al collasso idrico.
L’evoluzione più evidente si registra nell’hinterland di Roma, dove già da una settimana sono bloccati i prelievi dal lago di Bracciano, evocando la grave crisi del 2017. Al confine tra Lazio ed Umbria, è ancora “sotto traccia” la gravità della situazione nel lago di San Casciano, il cui livello si è abbassato di 5 metri rispetto allo scorso anno, mancando all’appello ben 1.250.000 metri cubi d’acqua.
Inoltre, gli scarsi apporti idrici dal fiume Elvella riducono la diluizione dei solfiti dalle vicine terme di San Casciano, facendo temere problemi per la potabilizzazione svolta dall’Acquedotto del Fiora a servizio dell’area. Avvicinandosi alla Capitale, nonostante alcune piogge, continuano a calare i livelli del lago di Nemi, nonché dei fiumi Tevere ed Aniene, così come dei corsi d’acqua nel bacino del Liri, ai minimi in anni recenti.
La siccità avanza e calano drasticamente disponibilità idriche in tutto il Paese, l’allarme di Anbi
“Quanto sta accadendo nel bacino della diga sull’Elvella è l’esempio di un’ulteriore, preoccupante conseguenza di carattere ambientale, legata alla scarsità d’acqua nei corpi idrici: la ridotta diluizione di sostanze inquinanti che, oltre ad imporre divieti di balneazione, può portare alla sospensione delle già ridotte attività irrigue oltre che, nei casi estremi, comportare problemi di igiene pubblica” segnala Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Tutela e Gestione del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi).
“Senza riserve di neve in montagna ed in assenza di significative piogge, come è probabile nei mesi estivi, c’è da attendersi solo un costante aggravarsi della situazione idrica del Paese. È evidente che ad una situazione d’emergenza si risponde con provvedimenti straordinari, ma ciò non incide sugli interventi necessari a far sì che gli eventi non si ripetano” spiega Massimo Gargano, direttore generale di Anbi.
“Persiste invece un ingiustificato scollamento tra affermazioni di principio e scelte politiche conseguenti. Ogni giorno che passa non solo aumenta l’esposizione del Paese alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma riduce le possibilità di utilizzare compiutamente le risorse del Next Generation EU, che prevede la realizzazione e rendicontazione delle opere entro il 2026 con una determinante verifica sugli iter procedurali a fine 2023” conclude Gargano.