Passano i giorni ma non diminuisce la tensione nella maggioranza. Così mentre il Movimento 5 Stelle valuta come procedere nei confronti di un più che deludente governo dei Migliori, dagli altri partiti politici è un continuo ripetere che i pentastellati stanno mettendo a rischio la stabilità dell’Esecutivo. Una tesi davvero curiosa perché Matteo Salvini un giorno sì e l’altro pure alza i toni, affermando che la Lega voterà solo ciò in cui crede. Peccato che questo sia esattamente quanto sta facendo il Movimento.
Fa discutere il botta e risposta a vicenda tra Berlusconi e l’ex delfino azzurro Toti
Ma ad aggiungere fibrillazioni nella maggioranza non c’è solo il Capitano perché anche dal progetto centrista più che rassicurazioni e stabilità, arrivano risse e distinguo. Dopo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha scaricato il progetto dicendosi “non interessato al progetto centrista” e prevedendo l’esplosione di rivalità e tensioni interne, in queste ore a far discutere è il botta e risposta a vicenda tra Silvio Berlusconi e l’ex delfino – poi scomunicato da Forza Italia – Giovanni Toti.
“L’idea di un Grande Centro mi fa sorridere. Sarebbe l’ennesimo Centro piccolo piccolo, affollato di leader senza seguito nel Paese, che avrebbero come unico obiettivo unificante quello di tentare di non farci raggiungere la maggioranza e poi di contrattare con la sinistra dopo le elezioni”. A parlare così è il Cavaliere secondo cui “un tentativo del genere sarebbe destinato a fallire” anche perché “chi volesse davvero costruire un Centro forte, credibile, di cultura liberale, cristiana, europeista, garantista, nel solco del Ppe può farlo con noi. Il mio invito rimane sempre valido”.
Insomma una bocciatura senza appelli proprio da Berlusconi che nei giorni scorsi era dato tra gli interessati del progetto sostenuto da Luigi Di Maio, Toti e gli altri. Un giudizio che non è andata giù al governatore della Liguria secondo cui “pensare che ci sia un centro per diritto divino perché ‘l’état c’est moi’? L’ha detto un altro sovrano assoluto tanti anni fa, non è finita benissimo”.
Per Toti “Berlusconi è un pezzo di storia del Paese, lo considero un gigantesco statista e gli voglio bene, ma la verità” è che Forza Italia “non rappresenta più i moderati in questo Paese. Guardiamo all’ultima tornata elettorale a Genova: Forza Italia ha preso il 4%, le liste civiche insieme il 30%. Vuol dire che quell’elettorato non è sparito e non è morto, ma non si riconosce più in un solo partito”.
Parole a cui hanno risposto i forzisti con dichiarazioni al vetriolo, come quella della vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli secondo cui “Giovanni Toti deve praticamente tutto a Silvio Berlusconi, quindi, sia per opportunità che per gratitudine, farebbe bene a parlarne con maggiore rispetto e moderazione. Certe esagerazioni hanno francamente stufato. Ora basta”.
Ma a dar manforte alla tesi di Toti secondo cui Fi è tutt’altro che moderata, ci ha pensato l’ex deputato Elio Vito che, dopo le alleanze degli azzurri con l’estrema destra alle ultime amministrative, ieri ha rassegnato le proprie dimissioni che sono state approvate dalla Camera.