Sorrisi e strette di mano. È finito così l’incontro tra il premier Mario Draghi e i leader di Cgil, Cisl e Uil per discutere dei prossimi interventi del Governo in materia di lavoro e di aiuti alle famiglie e ai lavoratori. Un incontro durato quasi due ore a cui hanno preso parte Maurizio Landini della Cgil, Pierpaolo Bombardieri della Uil, e Luigi Sbarra della Cisl, e i ministri Andrea Orlando, Giancarlo Giorgetti, Renato Brunetta, Stefano Patuanelli.
Sorrisi e strette di mano. È finito così l’incontro tra il premier Draghi e i leader di Cgil, Cisl e Uil
Ma a dispetto di quanto farebbero pensare le facce sorridenti, il vertice non ha prodotto risultati, se non una conferenza stampa del premier in compagnia di Orlando e Giorgetti. A frenare gli entusiasmi e a riportare tutti con i piedi per terra è stato Landini che ha raccontato che il summit a Palazzo Chigi è stato “privo di risposte concrete”.
“Questo incontro non ha risolto i problemi, non sono stati dati numeri né indicazioni. Risposte non ne abbiamo avute, numeri non sono stati fatti” ha spiegato il segretario Cgil, aggiungendo che per questo “abbiamo detto al Governo che servono interventi già in questo mese, non possiamo aspettare la legge di Bilancio per misure i cui effetti si vedranno da gennaio, sia per quello che riguarda l’aumento dei salari e delle pensioni, sia per quello che riguarda l’intervento sulla precarietà, sia per quello che riguarda le politiche energetiche”. I tre sindacati sono apparsi dunque uniti sui temi, seppur con qualche sfumatura, ma diversi nei toni.
Cgil e Uil vedono il bicchiere ancora mezzo vuoto, senza cifre e con misure ancora da attendere
Tagliare il cuneo fiscale per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori, eroso dall’inflazione, rivalutare le pensioni, detassare gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello, tassare maggiormente gli extraprofitti, combattere la precarietà: i temi sono condivisi ma c’è chi vede un passo in avanti e chi invece, come Cgil e Uil, non abbassa la guardia e vede un bicchiere ancora mezzo vuoto, senza cifre e con misure ancora da attendere.
Nel corso dell’incontro i sindacati hanno chiesto a Draghi “misure immediate per contrastare l’impennata dell’inflazione” e il crollo del potere d’acquisto. Provvedimenti che, secondo i sindacati, non sono più rinviabili e per i quali, se necessario, si dovrà ricorrere a uno scostamento di bilancio per finanziare interventi strutturali dato che “i 200 euro una tantum non risolvono nulla”.
Altro nodo di cui si è discusso, seppur in modo piuttosto generico, è quello del taglio del cuneo fiscale su cui, però, Landini & Co sembrano avere idee abbastanza diverse da quelle dell’Esecutivo. Per il segretario della Cgil “abbiamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, la contrattazione di secondo livello” e di “intervenire attraverso il cuneo per aumentare il netto in busta paga a lavoratori e lavoratrici e pensionati, su questo il Governo ha preso tempo e ha detto che si svolgerà un confronto l’ultima settimana di luglio con le parti sociali prima del decreto per valutare le misure che saranno prese e soprattutto per valutare le quantità economiche”.
Cosa più grave, secondo i sindacati, è che dal premier non sia arrivata alcuna proposta concreta e tanto meno si sia parlato di cifre. A dirla tutta dal Governo l’unico impegno concreto è quello di aprire a una vera contrattazione su tutti i nodi ancora da sciogliere tanto che è stato proposto ai sindacati un calendario di incontri, con il prossimo round che si terrà tra il 26 e il 27 luglio, per decidere come e quali misure utilizzare contro il caro vita e per discutere dei problemi legati ai settori più colpiti dall’impennata dei costi dell’energia.
L’unica apertura che Landini concede a Draghi è “sul cambio di metodo del Governo nel rapporto con i sindacati” che non sono stati convocati a cose fatte, come fin qui accaduto. Anche Bombardieri non nasconde i suoi dubbi sull’atteggiamento dell’Esecutivo che ha deciso di temporeggiare e di rimanere evasivo. “Il Governo ha preso tempo e ha detto che si svolgerà un confronto l’ultima settimana di luglio prima del decreto per valutare le misure e soprattutto per valutare le quantità visto che noi abbiamo chiesto interventi strutturali.
Basta bonus, servono riforme”, ha detto il leader Uil. Che come Landini attende risposte a stretto giro: “Sugli interventi di emergenza, su salari e pensioni, abbiamo chiesto al Governo di intervenire subito. Non siamo in grado di aspettare la manovra e interventi che vadano in vigore a gennaio del prossimo anno”. Se il premier propone di aprire nuovi tavoli, Bombardieri gli ricorda quelli già aperti e mai chiusi.
“Draghi ha proposto di strutturare il confronto su alcuni temi: Pnrr, politiche industriali, crisi, automotive e manovra finanziaria – ha spiegato- abbiamo dato la disponibilità al confronto. Abbiamo però ricordato al presidente che intanto ci sono delle emergenze che riguardano salari, pensioni e lavoro precario. Ci sono poi tavoli ancora aperti e mi riferisco al lavoro, alla riforma fiscale e a quella delle pensioni. Abbiamo chiesto di riprendere il confronto”.
Sbarra, come al solito esce fuori dal coro e vede il bicchiere mezzo pieno a differenza dei suoi colleghi. Parla di incontro “positivo, potenzialmente decisivo” in vista di un provvedimento prima della pausa estiva. Ma le divergenze tra i tre emergono soprattutto sul tema del salario minimo. Sbarra si dice “preoccupato della prospettiva di una regolazione per legge del salario” perché “darebbe la stura a molte aziende a uscire dall’applicazione dei contratti e a schiacciarsi sul rispetto rigoroso della legge sul salario minimo”.
Salario minimo per legge, Cgil e Uil aprono alla proposta del ministro del Lavoro Orlando
Aprono invece alla proposta del ministro del Lavoro Orlando Cgil e Uil. Proposta che, a ben vedere, prevede la definizione di un salario minimo per legge, in ogni comparto, usando proprio come riferimento i contratti più diffusi o firmati delle organizzazioni maggiormente rappresentative. Intanto si ritorna a discutere di patto sociale, tema rilanciato in conferenza stampa il premier, che trova favorevole il leader di Confindustria, Carlo Bonomi.
Di patto sociale ha parlato anche il leader Cisl, ma è qui che Cgil e Uil non ci stanno. Per Bombardieri serve parlare “di contenuti non di contenitori. Noi siamo perché i soldi del cuneo fiscale vadano tutti ai lavoratori: Bonomi è d’accordo?”. Sulla stessa linea Landini che sul taglio del cuneo non si sposta: “Vada tutto ai lavoratori”, sostiene.
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