Anche i telefoni delle sale operative della Capitale bruciano. Nelle ultime settimane a Roma, a causa degli incendi, sono triplicate le chiamate per richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco. Da una media di 8mila telefonate si è arrivati a 17mila, con una punta di ben 28mila; e lo scorso 9 luglio, con il devastante incendio divampato tra via Palmiro Togliatti e via Casilina, in zona Centocelle, il Nue 112 ha ricevuto quasi 20mila chiamate.
A Roma già quattro i maxi incendi divampati in pochi giorni
La Capitale sta letteralmente andando a fuoco. In meno di un mese sono stati quattro i grandi incendi che hanno affumicato il cielo della città. Dopo il Tmb di Malagrotta andato a fuoco a metà giugno, il 27 del mese, su via Aurelia, nei pressi del campo nomadi La Monachina, è scoppiato un maxi rogo che ha raggiunto anche un campo sportivo dove erano presenti alcuni bambini, subito evacuati.
Quella di ieri è stata un’altra giornata critica per Roma con diversi incendi verificatisi in più zone, con folate di vento che hanno contribuito ad alimentare le fiamme. A quell’altezza, nella Capitale, complice con molta probabilità anche il caldo torrido, si erano già verificati oltre 170 roghi. A inizio luglio, poi, di nuovo, un incendio ha travolto il parco del Pineto, nel quadrante nord della città, bruciando ettari di terreno e provocando la sospensione della linea ferroviaria Roma San Pietro – Vigna Clara.
La circolazione doveva riprendere ieri, ma Rfi ha fatto sapere che i danni causati dalle fiamme si sono rivelati alquanto ingenti rendendo le attività di ripristino più complesse del previsto. Il peggiore tra tutti, però, sembrerebbe essere proprio l’incendio di sabato scorso, scoppiato in zona Centocelle e arrivato fino agli autodemolitori di via Palmiro Togliatti, con una densa nube nera visibile a chilometri di distanza.
I valori di diossina presenti nell’aria nella zona interessata, infatti, sarebbero, secondo le rilevazioni dell’Arpa Lazio, 35 volte superiori ai limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, una situazione alquanto critica secondo la Società italiana di medicina ambientale che evidenzia gli “enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano”.
Sugli incendi a Roma, due pesi e due misure
Intanto per il sindaco Roberto Gualtieri e la sua giunta non ci sono dubbi: che si tratti di incendi dolosi o colposi, sicuramente è stata la mano dell’uomo a provocarli, tant’è che lui stesso ha dichiarato al Tg1 che per alcuni roghi è già stato accertato il dolo. Ne è certa anche l’assessora ai rifiuti, Sabrina Alfonsi che, riferendosi al maxi rogo di Centocelle, ha dichiarato che “le temperature odierne non giustificano fenomeni di autocombustione”.
Un’ipotesi che è stata accettata come probabile da tutti, senza alcun commento di scherno, senza nessuno che parlasse di complotto. Uno scenario a cui i romani non sono abituati visto che quando Virginia Raggi, in situazioni similari, provava a dire che Roma era sotto l’attacco della criminalità, tutti urlavano alla congiura e i giornali facevano a gara per titolare che la Raggi evocava sabotaggi invece di assumersi le proprie responsabilità.
Arriva la task force della Procura di Roma. Indagherà sui roghi
Intanto ieri mattina in Procura si è svolto un primo vertice tra magistrati e tutte le forze dell’ordine impegnate sul fronte degli incendi per provare a chiarire le dinamiche e verificare le eventuali colpe. Sulla possibilità che dietro ai roghi possa esserci una regia comune, o la mano della criminalità, al momento non ci sarebbero elementi a sostegno, ma la magistratura non esclude nessuna pista e sta valutando di unire in un maxi-fascicolo tutti gli episodi oggetto delle indagini.
Secondo il presidente della Commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli, però, “è difficile da stabilire se siano stati eventi dolosi. Come Commissione parlamentare”, prosegue, “ce ne siamo sempre occupati: da una relazione si può vedere che per la stragrande maggioranza di incendi ai rifiuti è difficile stabilire il dolo, non è mai facile dimostrare la mano della criminalità organizzata, anche quando presente. Ora sta indagando la procura e c’è il segreto istruttorio. Capisco l’allarme del sindaco ed è giusto non escludere nulla, ma dietro alcuni roghi può anche esserci anche solo qualche incivile che butta la sigaretta”.
Intanto, ieri, mentre tutti gli occhi sono puntati sui maxi roghi, un incendio dalle proporzioni decisamente più piccole ha provocato una tragedia più grande: in zona Bravetta, una donna di 74 anni e il figlio trentenne sono stati ritrovati privi di vita, uccisi dalle esalazioni che si sono sprigionate a causa dell’incendio divampato, per cause ancora da chiarire, nella loro villetta.
Oggi i valori delle diossine sono nettamente in calo
I valori delle diossine nell’area di Centocelle, secondo quanto ha riferito oggi Arpa Lazio, sono tornati nettamente in calo rispetto alla prima rilevazione delle centraline, ma sempre lievemente oltre i limiti. Il valore del secondo campione relativo al 10 luglio, quando l’incendio era stato spento, è significativamente inferiore al primo valore e di poco superiore al valore di riferimento: da 10.6 pg/m3 passa allo 0.5.
I dati rilevati da una delle stazioni fisse di monitoraggio, quella di Cinecittà che si trova a circa 600 metri a sud dall’area interessata dall’incendio, ha rilevato concentrazioni di PM10 del 9 e del 10 luglio state rispettivamente pari a 26 g/m3 e 29 g/m3, valori tra i più alti registrati nel Comune di Roma. Il dato di PM10 dell’11 luglio (17 g/m3) è in linea con quelli misurati in città.
Per quanto riguarda i PCB, ovvero anche le diossine, Arpa Lazio sottolinea che non esistono limiti normativi o valori di riferimento: in occasione degli Incendi più rilevanti avvenuti negli ultimi anni sul territorio regionale (EcoX Pomezia 2017, TMB Salario Roma 2018, Mecoris Frosinone 2019, LOAS Aprilia 2020) i valori di PCB misurati possono rientrare in un range molto ampio che oscilla da meno di 200 a oltre 2000 pg/m3.