Bimbo morto a Sharm el-Sheikh in Egitto per un’intossicazione alimentare in un resort di lusso. Insieme al bambino, hanno cominciato a stare male anche i suoi genitori: le condizioni del padre, in particolare, risultano essere estremamente delicate.
Egitto, bimbo morto a Sharm el-Sheikh per intossicazione alimentare in un resort di lusso
In Egitto, un bambino è morto a Sharm el-Sheikh per un’intossicazione alimentare mentre si trovava in vacanza con i genitori in un resort di lusso. La famiglia era partita dalla Sicilia il 26 giugno ma il viaggio si è concluso in tragediaquando il piccolo di appena sei anni è deceduto. Il drammatico evento si è consumato nella giornata di sabato 2 luglio.
In considerazione di quanto riferito dai genitori della giovanissima vittima, il bimbo ha cominciato a stare male venerdì 1° luglio manifestando sintomi come dissenteria e vomito. In un primo momento, si era ipotizzato un colpo di calorema, a distanza di poche ore, anche il padre del bambino ha cominciato ad avvertire dolori e nausea, seguito a stretto giro anche dalla moglie incinta di quattro mesi.
Seguendo il suggerimento della struttura alberghiera a cinque stelle situata in riva al mare, la famiglia si è rivolta alla guardia medica che ha formulato una diagnosi di intossicazione alimentare. I sanitari, quindi, hanno rapidamente provveduto a fare una flebo al bambino e al padre, estremamente disidratati e hanno prescritto delle pillole da assumere. In albergo, i coniugi hanno contattato il proprio medico di famiglia a Palermo per avere delucidazioni sul farmaco e ricevendo conferma che si trattasse di un prodotto per curare le intossicazioni alimentari.
La famiglia ha ribadito di aver consumato cibo esclusivamente presso il resort di lusso.
Anche il padre è grave: l’intervento della Farnesina per organizzare il rientro in Italia
Le condizioni del bambino e del padre, però, hanno continuato ad aggravarsi spingendo la donna a chiamare un’ambulanza. Poco dopo l’arrivo in ospedale, il piccolo è morto mentre il padre è stato ricoverato in gravi condizioniin rianimazione con problemi ai reni, ai polmoni e a livello cardiaco.
Intanto, la madre della giovane vittima, in virtù dell’assicurazione sanitaria stipulata prima di partire, ha contattato la compagnia e ha tentato di noleggiare un volo privato per rientrare in Italia insieme alla salma del figlio e al marito. Non solo i costi si sono rivelati esorbitanti – circa 35 mila euro – ma la famiglia avrebbe dovuto attendere “almeno quattro giorni prima di partire” mentre “l’équipe medica che dovrebbe salire a bordo chiede i referti sanitari che dall’ospedale non ci hanno dato”, hanno raccontato i familiari.
Intanto, la Farnesina si è attivata per riportare quanto prima in patria i cittadini italiani bloccati a Sharm el-Sheikh.
Sulla vicenda, è intervenuto anche il deputato palermitano del Movimento 5 Stelle, Adriano Varrica, che ha dichiarato: “Ho sollecitato la Farnesina per un intervento immediato a supporto di questa famiglia. Lo Stato deve garantire ogni forma di assistenza per il rientro in Italia, questa oggi è la priorità”.