di Clemente Pistilli
Per proteggere le anatre sono state messe a rischio le migliaia di persone che ogni giorno salgono su un aereo a Fiumicino, il principale aeroporto italiano. E tutto è avvenuto con l’avallo dell’Enac, quell’ente che dovrebbe vigilare sulla sicurezza del trasporto aereo. Questo il quadro che emerge da una sentenza emessa tre giorni fa dal Tar del Lazio, che ha annullato il progetto possibile causa di disastri aerei. Il “Leonardo da Vinci” confina con i terreni agricoli della “Maccarese spa”, azienda acquistata nel 1998 dal Gruppo Benetton, pagando 93 miliardi di vecchie lire all’Iri. Una zona ritenuta di alto valore ambientale e dove, raggiunta l’intesa con la stessa “Maccarese”, è stato deciso di creare un’area umida per la tutela e l’osservazione degli uccelli. Un accordo stretto nonostante i Benetton siano inseriti nel CdA di Gemina, holding che controlla la società che gestisce lo scalo romano, e nella nuova Alitalia.
Era il 2010 quando su tale progetto si sono trovati tutti d’accordo, dal Consorzio di bonifica Tevere e agro romano al Mibac, dalla Provincia alla Regione, dal Comune all’Agenzia regionale parchi, fino allo stesso Enac. Negli aeroporti e attorno agli aeroporti i volatili non sono però una risorsa, ma un problema enorme. L’impatto degli aerei con gli uccelli, in fase di decollo o atterraggio, quello che in gergo viene chiamato “bird strike”, provoca disastri. In base a recenti stime, incidenti del genere hanno causato nel mondo 276 vittime, distrutto 108 aeromobili e soltanto negli Stati Uniti provocano ogni anno 600 milioni di dollari di danni. L’avifauna, come prevedono le norme, va dunque allontanata e non attratta nelle aree vicine agli aeroporti. A Roma tutti d’accordo a portare anatre accanto alle piste.
La società “Aeroporti di Roma”, che gestisce appunto sia lo scalo di Fiumicino che quello di Ciampino, ha fatto ricorso e il Tar, annullando il progetto dell’area protetta, ha bacchettato l’Enac: “Non si può disconoscere, nella scala dei valori da presidiare, una prevalenza della sicurezza della navigazione, in definitiva della pubblica incolumità” sulle azioni volte “a preservare le aree naturali”. L’ok dell’Ente nazionale per l’aviazione è stato definito “in contraddizione con tutte le norme generali e specifiche applicabili” in materia. Meno anatre sui terreni di Benetton, ma passeggeri dei suoi aerei più sicuri.