Covid, nuova variante Omicron: i primi casi sono stati segnalati in India ma già si registra una diffusione internazionale. Con l’arrivo di nuovi ceppi di Covid-19, si aggiungono e vengono aggiornati nuovi sintomi.
Covid, nuova variante Omicron: sintomi e primi contagi
La nuova variante del Covid-19 è classificata come BA.2.75 ed è una sotto-variante che non deriva da BA.5, bensì da BA.2. Lo riporta un articolo del Corriere della Sera, in cui si sottolinea che questa variante “ha potenzialità per preoccupare e quindi è da monitorare da vicino”.
Secondo gli esperti, la nuova variante del ceppo Omicron sembra avere una maggiore facilità nel superare gli anticorpi creati dai vaccini o da una recente infezione da Covid. Addirittura, si presenta “più contagiosa anche di Omicron 5, si rischia un R0 superiore a 20”, spiega Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Significa che una persona infetta potrebbe contagiarne 20. Non ci sarebbero ancora dati certi e scientifici riguardo la nuova variante. Tom Peacock, virologo del Department of Infectious Disease all’Imperial College di Londra, ha analizzato nel dettaglio la nuova variante evidenziando la presenza di 45 mutazioni in comune con BA.5 e 15 peculiari.
Con le varianti, i sintomi sono continuamente aggiornati: infatti sulla pagina dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono già inclusi, per esempio, rash cutaneo e decolorazione delle unghie e irritazione agli occhi.
Arriva dall’India la BA.2.75
La nuova variante arriva dall’India ma la distribuzione geografica sembra già internazionale con Australia, Canada, Germania, UK e Nuova Zelanda che hanno già fatto sapere di aver registrato i primi nuovi casi. “In Italia la sottovariante BA.2.75 al momento non è stata rilevata”, conferma il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge.
“Dobbiamo essere vigili sulla nuova sottovariante di Omicron 2 BA.2.75, che si sta diffondendo molto in India perché si sta facendo spazio con Omicron 5 che non è facile da scalzare – dichiara il virologo Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia – Questa nuova sottovariante ha argomenti che meritano attenzione e mutazioni che potrebbe erodere la capacità protettiva dei vaccini. Non sappiamo quando arriverà qui da noi, ma è chiaro che serve essere attenti. Per ora la patogenicità di BA.2.75 non sembra preoccupante anche se è molto contagiosa, ha molte delle caratteristiche di BA.2 e qualcosa della BA.5 ma le mutazione sembrano essere in zone meno importanti e non collegate alla possibilità di evasione dell’immunità”.
Leggi anche: Covid, perché si infettano i vaccinati? Crisanti: “Lasciamo circolare il virus proteggendo i fragili”