Truffa telefonica da 99 milioni: sono concluse le indagini della Procura di Milani riguardo l’inchiesta che vede al centro compagnie telefoniche, società e ex dirigenti. Il valore delle truffe è molto alto e verso fine 2022 ci sarà la chiusura dell’iter giudiziario.
Truffa telefonica da 99 milioni di euro: concluse le indagini
La truffa telefonica da 99 milioni di euro è giunta a un punto cruciale dell’iter giudiziario. Infatti, la Procura di Milano ha chiuso le indagini della truffa nei confronti di tantissimi clienti da parte delle compagnie telefoniche, tra cui figurano anche WindTre e Vodafone. La chiusura definitiva è attesa a fine 2022.
Al centro delle indagini ci sono stati importi per servizi a pagamento come giochi, suonerie o oroscopo, senza aver dato il consenso. Le indagini sono iniziate nell’estate 2018 dopo la denuncia di DigitalApp e hanno visto la collaborazione della Polizia Postale (compartimento della Lombardia) e dalla Guardia Di finanza con il Nucleo speciale Tutela Privacy e Frodi Telematiche e il Nucleo di Polizia Economico finanziaria di Milano. Secondo gli inquirenti, gli utenti erano tratti in inganno visitando le pagine web e senza nemmeno cliccare sui banner fraudolenti che comparivano all’improvviso, si ritrovavano abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni settimana o mese in cambio dell’accesso a contenuti come notizie, gossip o video. Questo sistema ha portato nelle casse delle compagnia telefoniche guadagni per 99 milioni tra il 2017 e il 2019.
La Procura parla di una “media di 30/40mila attivazioni indebite “al giorno”, nella primavera del 2020, di “servizi premium, cosiddetti Vas” per “ignari consumatori che si vedevano addebitare i relativi costi pari a 5 euro a settimana“.
Coinvolte 33 persone, anche ex dirigenti delle società telefoniche
L’avviso della conclusione delle indagini è stato firmato dal pm Francesco Cajani e dall’aggiunto Eugenio Fisco è in via di notifica e riguarda 33 persone, anche ex dirigenti delle società telefoniche, accusate a vario titolo di frode informatica con furto e conseguente indebito utilizzo dell’identità digitale e tentata estorsione contrattuale.
I nomi iscritti nelle indagini sono importanti: Alessandro Lavezzari, ai tempi responsabile della funzione ‘Content & Service Partnership, Luigi Sacca’ – figlio di Agostino ex dg della Rai – referente per il settore Vas (Value Added Service), Fabio De Grenet, referente della divisione ‘Advertising-Sales’, Angelo Salvetti e Fabio Cresti, rispettivamente legale rappresentante e vice presidente di Pure Bros Mobile spa, azienda che si occupa dello sviluppo di servizi digitali di mobile marketing e mobile payment, un consulente della stessa società di riferimento delle Telco in Italia, un socio di un’agenzia pubblicitaria e tre sviluppatori, cioè giovani informatici italiani di una azienda con sede all’estero e con compensi, si legge nelle carte, da 5 mila dollari in su al mese.
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