Luigi Gallo, vice capogruppo del M5S alla Camera, lei ha parlato di “operazioni di palazzo a tutela dell’élite” e del premier Mario Draghi “che sta agendo fuori dal mandato che ha ricevuto da Mattarella”. Cosa intendeva dire?
“Negli ultimi mesi abbiamo visto un degrado nell’azione del Governo Draghi. Perché siamo partiti con il pieno sostegno al Reddito di cittadinanza e con una misura come il Superbonus che funzionava e con una diminuzione delle disuguaglianze, certificata al termine del Conte 2. Col passare del tempo questo approccio nel Governo è andato a spostarsi su un sostegno più forte alle multinazionali del Paese penalizzando quei settori imprenditoriali che stanno muovendosi all’insegna della Transizione green. Pensiamo a tutte quelle imprese edili che hanno innovato nelle energie alternative e che sono state ostacolate da tutti gli interventi normativi restrittivi sul Superbonus. Se siamo partiti con la volontà di avere un ministro della Transizione ecologica non è perché volevamo solo un titolo sul giornale ma auspicavamo e auspichiamo un’azione che sia orientata sulla Transizione ecologica che deve coinvolgere tutto il Paese e non solo i grandi player o le lobby nazionali. Che includa tutti i soggetti a partire dall’associazionismo ambientale fino alle imprese, piccole e medie”.
Cosa si aspetta dal prossimo incontro tra il premier e il vostro leader Giuseppe Conte?
“In questo momento ci sono temi importanti, su cui Conte ha richiamato l’attenzione, che riguardano la tutela dei cittadini. Ci sono lavoratori che guadagnano pochi euro l’ora. Sul salario minimo ci aspettiamo parole chiare dal presidente Draghi perché le disuguaglianze non possono ritornare a galoppare nel Paese. Poi Conte ha chiarito che vuole comprendere bene il ruolo avuto da Draghi all’interno della vita politica del M5S”.
Il premier ha già detto che “non c’è Governo senza i Cinque Stelle”.
“Questo potrebbe voler dire che il M5S è fondamentale per l’azione del Governo. Però se è così sono fondamentali anche le misure che il Movimento propone. E allora mi aspetto che il premier si impegni sul salario minimo, sul Superbonus e sul coinvolgere anche le Pmi nella Transizione ecologica con serietà”.
Esclude l’idea di uscire dal Governo ed eventualmente di un appoggio esterno se le vostre battaglie non dovessero trovar spazio?
“Io non parlerei delle nostre battaglie ma delle esigenze del Paese. Quando le Regioni, che non procedono con le assunzioni nei Centri per l’Impiego, e le forze politiche ostacolano il Reddito di cittadinanza non fanno un danno al M5S ma ai cittadini e alle imprese. Noi non abbiamo la necessità di sventolare bandierine ma quella di risolvere i problemi delle persone. L’azione del Governo si giustifica solo se va in questa direzione. Non tutti i nostri elettori sono contenti delle azioni di questo Governo. Conte, con il comitato nazionale, farà le sue valutazioni in funzioni delle risposte di lunedì ma soprattutto delle azioni concrete dell’Esecutivo”.
Stefano Patuanelli ha detto che c’è chi rema per far uscire il M5S fuori dal Governo.
“È vero. C’è una morsa a tenaglia contro il M5S per le battaglie che stiamo facendo a vantaggio di cittadini che non hanno lobby che li difendano. Ci sono forze politiche che vogliono indebolire il M5S e la possibile intromissione di Draghi nella nostra vita politica lancia un’ombra anche sul presidente del Consiglio. Ma se il M5S si indebolisce, si indeboliscono le battaglie degli ultimi di questo Paese”.
Il Pd ha fatto capire che se uscite dal Governo si va al voto e ognuno va per conto proprio.
“Sono parole che lasciano il tempo che trovano. Sarei più interessato a capire se il Pd condivide battaglie utili per i cittadini. Condivide il fatto che i lavoratori non possano avere stipendi sotto la soglia di povertà? Condivide la battaglia sul Superbonus? Ci aspettiamo che anche il Pd metta prima i cittadini rispetto a qualsiasi altra valutazione”.
Conte ha rilanciato sul proporzionale.
“Mi sembra sacrosanto. Quando un cittadino va a votare deve valutare la proposta politica più seria che si immagina alla guida del Paese e non fare una scelta di convenienza verificando le coalizioni e via dicendo. Questo dovrebbe essere un passaggio successivo. Con questa legge elettorale, che è stata anche la causa dei continui cambi di Governo in questa legislatura, si parte dalle alchimie dei partiti e non dai contenuti del programma”.
Salario minimo: come pensate di farlo passare considerando l’ostilità delle destre?
“Non mi stupisce l’avversità delle destre. Immaginano, probabilmente, che il rapporto di lavoro si possa anche fondare su un rapporto di forza che porta anche allo sfruttamento. Noi dobbiamo vincere la battaglia con il sostegno dei cittadini. Immaginiamo, dunque, anche la possibilità di iniziative per coinvolgerli”.
Ius scholae. Perché approvarlo?
“Io ho insegnato nelle scuole superiori. E c’era il caso di alunni stranieri, all’ultimo anno, che mi pregavano affinché li bocciassi per evitare di perdere il diritto alla cittadinanza e la possibilità di stare in Italia. Non è possibile che investiamo nella formazione di tanti ragazzi stranieri e poi diciamo loro arrivederci e grazie. Se usciamo dalle ideologie e dalle strumentalizzazioni della destra mi sembra impossibile che qualcuno si possa opporre a una norma di civiltà di questo tipo”.
E poi c’è il provvedimento sulla cannabis.
“Non intendiamo rinunciare al dibattito sulla cannabis. Anche considerando che i cittadini, pur avendo raccolto in pochi giorni più di un milione di firme, non hanno potuto esprimersi su un referendum. Sarebbe vergognoso se il Parlamento non se ne occupasse”.