Il Pd minaccia il Movimento 5 Stelle, se lascerà la maggioranza allora salterà il fronte progressista. Sembra proprio che la questione dell’appoggio al governo Draghi da parte di M5S stia tenendo in apprensione l’intera politica italiana. Già perché se il premier ha già fatto sapere che l’eventuale addio pentastellato alla maggioranza segnerebbe l’epilogo della sua esperienza a palazzo Chigi, in queste ore a fare ulteriori pressioni sui 5 Stelle per non abbandonare la maggioranza ci pensa il Partito democratico.
E lo fa con quello che appare come un ricatto bello e buono perché dal Nazzareno fanno sapere che se il Movimento si sfilerà, allora sarà la fine dell’alleanza nazionale. A spiegare la posizione dei dem, già nei giorni scorsi, è stato Enrico Letta che nei giorni scorsi non le ha mandate a dire. “Sosterremo fino alla fine questo governo, non un altro. Questo governo deve durare fino alla fine della legislatura e deve rimanere così.
Se ci sono traumi, noi non saremo della partita. La continuità è necessaria” ha spiegato il segretario del Pd. Si tratta di parole molto forti perché Letta ha fatto capire che non c’è alternativa all’attuale premier e che se dovesse venire meno la fiducia, allora si andrebbe a elezioni anticipate. Un avvertimento che arriva ai pentastellati dopo quelli di Mario Draghi, il quale due giorni fa ha spiegato di “non essere disposto a guidare un governo con un’altra maggioranza”, e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha detto chiaro e tondo che “dopo Draghi ci sono solo le elezioni”.
Il Pd minaccia il Movimento 5 Stelle
Ma di pari passo col crescere dei mal di pancia nel Movimento, il Pd ha sempre più alzato il livello dello scontro arrivando a minacciare il futuro stesso dell’alleanza progressista. “Ieri il nostro segretario Letta in direzione nazionale è stato molto chiaro, molto netto: noi pensiamo che si debba andare avanti con questa maggioranza, che il Movimento 5 Stelle debba stare dentro il governo e che sarebbe sbagliato pensare di uscire oppure pensare a un appoggio esterno” ha raccontato, a Radio 24, la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani.
La stessa ha poi aggiunto, in riferimento all’eventualità di una rottura da parte del Movimento, che questa “non è contemplata, per noi non è previsto nulla del genere” e se ciò dovesse verificarsi allora “sarebbe a rischio anche un’eventuale alleanza con il Movimento 5 Stelle”.
L’avviso ai pentastellati
Una minaccia tutt’altro che velata tanto che la Serracchiani poco dopo l’ha voluta ulteriormente sottolineare spiegando che “l’eventuale uscita dei 5 Stelle dal governo sarebbe un ostacolo all’alleanza” per poi auspicare “una valutazione per arrivare a una riforma della legge elettorale” che a questo punto “sarebbe necessaria, perché i problemi che ci sono nel centrosinistra ci sono anche nel centrodestra”.
Un avviso ai 5 Stelle che è stato ribadito anche da Dario Nardella, il quale, intervenendo a Omnibus su La7, ha detto “mi auguro che la questione” tra Draghi e Giuseppe Conte “si chiuda. Il Pd è il partito più paziente della coalizione e sicuramente lo è il segretario Letta. Però anche la pazienza ha un limite: o si va avanti tutti insieme perché ci siamo presi degli impegni con gli italiani con obiettivi molto precisi, come il rilancio del Paese e la ripartenza economica dopo il Covid, oppure ognuno per sé”.
A suo dire quanto sta accadendo è “uno stillicidio che non serve a nessuno, neanche a Conte” e per questo, conclude, “ho apprezzato molto la chiarezza di Letta: se si rompono le ragioni per cui stiamo sostenendo il governo è chiaro che diventa più difficile costruire alleanze”.