Gelo e polemiche a distanza, tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte continua senza esclusione di colpi la guerra fredda. A tornare alla carica è, come accade ormai da giorni, il ministro degli Esteri che è tornato a raccontare la sua verità.
“Se si sottoscrive una proposta di risoluzione, come hanno fatto i 5 Stelle, in cui sostanzialmente si mette in discussione l’Alleanza atlantica e l’allineamento con le decisioni europee, succede che legittimamente l’ambasciata russa a Roma fa un endorsement a quella forza politica, che risponde sorridendo. E io questo non lo potevo accettare” ha tuonato il ministro degli Esteri.
Poi, pur senza citare il Movimento, è tornato all’attacco sulle politiche internazionali. “Secondo me ci sono forza politiche che in Italia sottovalutano la forza della propaganda russa” ha detto Di Maio. “Le parole sono importanti così come la nettezza della dichiarazioni” ha insistito. A suo dire ciò è necessario “perché ogni tentennamento, ogni ambiguità finisce nella propaganda russa per convincere l’opinione pubblica locale che loro stanno dalla parte giusta della storia”.
“Persino in Occidente – ha proseguito il ministro degli Esteri – ci sono partiti, lobby, che sono d’accordo con Putin e con quello che sta facendo in questo momento” in Ucraina.
Poi l’ultimo affondo: “Siamo contenti che tutte le forze politiche abbiamo votato la risoluzione di maggioranza sull’Ucraina dando un grande segnale di compattezza”. “Ma la gestazione di questa risoluzione ha visto dei distinguo, e quei distinguo se devono mettere in discussione le nostre alleanze storiche, mettono a repentaglio anche la nostra sicurezza” ha concluso il ministro.
Gelo e polemiche a distanza, la guerra fredda continua
Accuse e una ricostruzione dello strappo che non sono andate giù al leader M5S che, durante il convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria a Rapallo, gli ha risposto per le rime: “Il governo continuerà a essere sostenuto in modo leale e corretto guardando negli occhi gli altri componenti del governo e il Paese”.
Conte ha poi negato attriti con Beppe Grillo assicurando che “con lui ci sentiamo quotidianamente, anche oggi”. Insomma l’Elevato non si è defilato ma è ancora in prima linea. Anzi il leader M5S ha spiegato: “Per noi l’importante non sono i numeri dei parlamentari, siamo a fine legislatura, ma la forza delle nostre idee”. Per questo, conclude, “ci sono tutte le condizioni perché il Movimento 5 Stelle possa restare compatto e trasferire all’esterno i nostri principi e valori. Io l’ho detto a tutti: chi ha dubbi ha questa finestra per uscire “