Pensioni: nelle ultime ore sono emerse delle novità e possibili nuove strade per alcune categorie di lavoratori. Tuttavia il tempo stringe e il Governo è chiamato a prendere delle decisioni importanti.
Pensioni, possibili la quota 41 e uscita anticipata
Tutti attendono la riforma delle pensioni che dovrebbe arrivare entro il 1° gennaio 2023. Nelle ultime ore, è emersa l’ipotesi di una possibile quota 41 che si tratta di una forma anticipata. Secondo questa nuova soluzione, si andrebbe in pensione quando si raggiungono i 41 anni di contributi ed è riservata ad alcune categorie di lavoratori come disoccupati, caregiver, invalidi civili e lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.
Per chi e quando la riforma?
Dal Governo non arrivano particolari novità nonostante il tempo scorre. Tuttavia, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha cercato di rassicurare tutti garantendo che il Governo ha intenzione di proseguire sulla strada della flessibilità. Il Governo non è ancora in grado di spiegare quali potrebbero essere le modalità per anticipare la pensione prima dei 67 anni. “Stiamo riflettendo sulle modalità di uscita dal mondo del lavoro attraverso forme flessibilità, anche di progressiva riduzione dell’orario di lavoro”.
“L’età media è cresciuta nel corso di questi ultimi anni e questo implica la necessità di rivedere la nostra organizzazione sotto diversi profili. Dall’organizzazione del lavoro, dei servizi sociali del welfare e quella complessiva della previdenza”. Ha inoltre aggiunto. “Su questi tre punti stiamo lavorando, partendo dal presupposto che gli anziani possono essere una importante risorsa dal punto di vista sociale ed economico, una leva su cui far crescere la società”.
Probabilmente, a gennaio 2023 non saranno presenti più Quota 102, Opzione Donna e Ape sociale ma ci potrebbero strade, come sottolinea Orlando, si va verso la strada della flessibilità.
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