Capo di Sberbank smentisce Putin, asserendo che dovranno passare almeno dieci anni prima che la Russia si riprenda dalle sanzioni occidentali.
Capo di Sberbank smentisce Putin: “Serviranno almeno dieci anni alla Russia per riprendersi dalle sanzioni”
Sberbank è nota per essere la più importante banca in Russia, punto di riferimento fondamentale negli ambienti del Cremlino e di governo. Recentemente, l’amministratore delegato di Sberbank, Herman Gref, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante il Forum economico internazionale annuale della Russia organizzato a San Pietroburgo.
In questa circostanza, infatti, il CEO di Sberbank ha smentito quanto dichiarato dal presidente Vladimir Putin rispetto al futuro economico del Paese e alle blande conseguenze che le sanzioni occidentali avranno su Musca. Gref, infatti, ha precisato che alla Russia serviranno almeno dieci anni per far tornare la sua economia ai livelli che esistevano nel Paese prima della guerra e dell’emanazione delle sanzioni.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, il CEO di Sberbank ha spiegato che i Paesi che hanno adottato sanzioni contro Mosca rappresentano “il 56% delle sue esportazioni e il 51% delle su importazioni”.
Gref, poi, asserendo che sia fondamentale procedere a una riforma strutturale dell’economia russa, ha aggiunto: “La maggior parte dell’economia russa è sotto tiro. Di conseguenza e se non facciamo nulla potrebbe essere necessario circa un decennio per riportare l’economia ai livelli del 2021”.
Le medesime osservazioni esposte dall’ad della più importante banca russa erano state espresse, lo scorso 18 aprile, anche dal capo della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina.
Gref, quali sono le conseguenze delle sanzioni a Mosca
Capo di Sberbank smentisce Putin. In occasione del suo intervento al Forum economico internazionale annuale della Russia a San Pietroburgo, Herman Gref ha riferito che le spedizioni di merci hanno subito una diminuzione di sei volte. Allo stesso modo, anche il trasporto via mare e via aerea ha subito limitazioni a causa del divieto imposto alle compagnie aeree tramite le sanzioni di volare verso ovest e alle navi con bandiera russa di entrare nei porti dell’Unione Europea.
In seguito alle sanzioni, anche Sberbank sta affrontando innumerevoli difficoltà. Nel 2020, l’istituto di credito che ha registrato un fatturato superiore ai 47 miliardi di dollari è stato distaccato dal sistema di scambi internazionali Swift a partire dallo scorso mese di marzo. Di conseguenza, le aziende russe non possono più fare affidamento su Sberbank per le loro transazioni internazionali.
Le parole di Gref sono state confermate anche dalla Banca Mondiale che ha recentemente diffuso il suo ultimo “Global economic prospect” ossia un report in cui vengono rappresentate le previsioni di sviluppo di tutti i Paesi o delle aree economiche del mondo. In questo contesto, se la Banca Mondiale prevede per gli USA una crescita a fine 2022 del 2,6 e del 2,5 per la zona Euro e il Giappone, è stato evidenziato un calo dell’8,6 per il pil della Russia che coincide con il peggior dato emerso nell’ambito dell’economia internazionale.