Ormai l’abbiamo capito, Bruxelles è paralizzata dalla regola dell’unanimità. “L’Europa non può solo rispondere alle crisi, deve aggiornare le proprie politiche e i metodi di lavoro per assumere più rapidamente le decisioni. La possibilità di revisione dei trattati non può e non deve essere esclusa a priori. Penso all’estensione del voto a maggioranza qualificata in settori come fiscalità, politica estera e sicurezza comune, in cui le decisioni oggi vanno assunte all’unanimità. La regola dell’unanimità sta bloccando l’UE nell’assunzione di decisioni fondamentali”. Lo ha detto il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, nel corso del suo intervento agli ‘Stati generali della Conferenza sul futuro dell’Europa’, evento organizzato a Palazzo Brancaccio a Roma con il coordinamento del Dipartimento per le Politiche Europee.
Bruxelles paralizzata dalla regola dell’unanimità
“Non è più accettabile che tutta l’Unione Europea a causa di questo meccanismo sia sotto scacco di un solo stato membro, dobbiamo rinnovare i meccanismi decisionali dell’Europa” ha spiegato il ministro.
“Un solo stato membro nelle scorse settimane ha bloccato delle decisioni sui pacchetti sulle sanzioni alla Russia su cui tutti erano d’accordo. Se vogliamo costruire il futuro dell’Europa dobbiamo interrogarci molto seriamente sulla possibilità di superare l’unanimità nell’assunzione di decisioni su settori nevralgici” ha concluso Di Maio.
Il riferimento è alle infinite trattative tra i Paesi membri per arrivare a un accordo sulle sanzioni alla Russia. Pacchetti di misure per cercare di fermare il Cremlino su cui converge l’intera Unione ad eccezione dell’Ungheria di Viktor Orbàn che, ogni volta, appone il veto. Un comportamento che ha messo in luce la necessità dell’Ue di darsi nuove regole per evitare che un solo Stato possa paralizzare l’intera Ue.